06/12/2007, 00.00
INDIA
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Attivista indiano per i diritti umani, la Spe Salvi afferma la dignità della persona

di Nirmala Carvalho
Lenin Raghuvansi, vincitore quest’anno del prestigioso premio Gwangju per i diritti umani, sostiene che la speranza in un futuro migliore non può essere confidata nel progresso della scienza e della tecnologia, se ad esse non si unisce uno sviluppo delle coscienze.
New Delhi (AsiaNews) - La speranza in un futuro migliore non può essere confidata nel progresso della scienza e della tecnologia, se ad esse non si unisce uno sviluppo delle coscienze, che miri alla creazione di un mondo che rispetta la dignità della persona. E’ la lettura della Spe Salvi che fa l’indiano Lenin Raghuvansi, direttore del People's Vigilance Committee on Human Rights (PVCHR) e vincitore quest’anno del prestigioso premio Gwangju per i diritti umani.
 
“Il nostro Comitato – dice Raghuvansi ad AsiaNews – appoggia la visione del Papa a proposito della fame, della violazione dei diritti umani e della malattia. Il PVCHR vuole dire che senza una cambiamento delle coscienze questo problema non può essere risolto. Per cambiare il mondo e creare un ambiente nel quale la dignità della persona umana sia di primaria importanza sono necessari un cambiamento di pensiero e di coscienza”.
 
“Vediamo – aggiunge - che questa Speranza del Papa è una fine della evoluzione ideologica e una speranza per un nuovo ordine mondiale nel quale la realtà spirituale, legata con il progresso della scienza, possa creare un mondo nel quale siano difesi i diritti umani dei più emarginati e sia libero dalla fame. Scienza e tecnologia sono il regno del mondo materiale e i mutamenti in tale ambito non implicano necessariamente un corrispondente mutamento nel pensiero e nella coscienza della gente e questo è certamente vero ed è il limite di un progresso incontrollato che di rado ha sostegno ed effetto nella coscienza della gente comune”.
 
“Sua Santità il Papa Benedetto ha giustamente affermato nella Spe Salvi che la scienza ed il mondo materiale hanno i loro limiti e che se non si fa niente a livello di coscienza, poco può essere fatto per alleviare le sofferenze della maggioranza dell’umanità.  Il Papa ha ragione quando evidenzia che c’è una frattura tra il progresso della scienza e la coscienza della gente. Razzismo, fascismo ed altri problemi sono il risultato di tale dicotomia”.
 
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