24/01/2017, 12.15
MALAYSIA – SINGAPORE
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Attivisti spingono Singapore a fermare l’esecuzione di un cittadino malaysiano

Il 29enne S. Prabagaran è stato condannato a morte per narcotraffico. L’avvocato: “Durante l’udienza non sono state rispettate le giuste procedure processuali, è necessaria una revisione”.

Kuala Lumpur (AsiaNews) – Oggi, i rappresentanti delle Ong Avvocati per la Libertà (Lfl) e Suara Rakyat Malaysia (Suram) si sono recati presso l’Alta Commissione di Singapore per domandare un riesame del processo di S. Prabagaran, 29enne malaysiano condannato a morte per narcotraffico.

Le due organizzazioni non governative stanno facendo pressioni sul governo di Singapore per fermare l’esecuzione e ottenere il riesame del caso entro il 6 febbraio.

Il rappresentante di Lfl, Raul Lee Bhaskaran ha affermato: “Vogliamo mettere in chiaro al governo di Singapore che noi attivisti non stiamo sfidando il fatto che un cittadino malaysiano possa essere giustiziato. Noi contestiamo il fatto che gli siano state negate delle giuste procedure processuali durante l’udienza”.

“Stiamo spingendo il governo malaysiano e il Wisma Putra (Ufficio degli Esteri malaysiano) a intraprendere un’azione giuridica contro Singapore, perché secondo l’articolo 5, Prabagaran ha il diritto costituzionale di vivere” ha comunicato ai giornalisti fuori dalla sede dell’Alta Commissione.

Raul ha dichiarato che il 16 gennaio l’Lfl ha domandato la revisione giudiziaria nella speranza che il governo di Kuala Lumpur induca la Corte internazionale di giustizia (Icj) a riconoscere la mancanza a un giusto processo.

Prabagaran verrà giustiziato nel giro di qualche settimana. Il 21 dicembre sua madre ha consegnato un memorandum a Putrajaya (il nuovo centro amministrativo federale della Malaysia), chiedendo di intervenire.

Prabagaran è stato condannato nel 2012. Giunto presso il posto di blocco per l’immigrazione di Singapore, i funzionari hanno perquisito la sua vettura e rinvenuto 22,24 grammi di eroina cloridrato (diamorfina).

L’imputato si è dichiarato non colpevole, affermando che la macchina che stava guidando non era sua e che non era al corrente dei narcotici in essa nascosti.

Ha anche affermato di aver aiutato l’Ufficio centrale antidroga di Singapore nella lotta contro il narcotraffico.

 

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