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RUSSIA-UCRAINA-TURCHIA
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Autocefalia ucraina osteggiata nel mondo ortodosso

di Vladimir Rozanskij

Il prossimo 3 febbraio, la cerimonia di intronizzazione di Epifanyj. È anche il giorno del suo compleanno. Il patriarca ecumenico Bartolomeo promette di visitare l’Ucraina nelle prossime settimane. Le Chiese ortodosse vicine a quella di Mosca – Cipro, Siria, Bulgaria - sono contrarie all’autocefalia di Kiev. Fra i sostenitori, oltre a Costantinopoli: Grecia, Egitto e forse Albania e Romania.

Mosca (AsiaNews) - Il prossimo 3 febbraio è la data più probabile in cui il capo della Chiesa Autocefala Ortodossa ucraina, il metropolita Epifanyj (Dumenko), potrebbe essere intronizzato a Kiev. La data è stata ipotizzata l’8 gennaio scorso dal protoierej Ivan Sidor, in servizio alla chiesa del Refettorio della cattedrale di S. Sofia di Kiev, che con l’autocefalia è tornata a funzionare in modo regolare per le funzioni religiose. Quel giorno Epifanyj festeggerà i suoi 40 anni, “mettendo insieme due feste gioiose”, ha detto Sidor in una trasmissione del canale ucraino In Diretta, pur ammettendo che la solenne cerimonia non è ancora stata confermata ufficialmente.

Dopo la consegna del Tomos di autocefalia il 6 gennaio, il patriarcato di Costantinopoli sta completando le procedure per renderlo valido definitivamente: il 9 gennaio tutti i membri del Sinodo patriarcale di Costantinopoli hanno sottoscritto il testo, diffondendo le foto esclusive della cerimonia delle firme. Ora il documento, che era stato riportato a Istanbul, tornerà in Ucraina con tutti i crismi dell’ufficialità. Il presidente del Senato ucraino, Andrej Parubij, ha dichiarato nel frattempo che il patriarca ecumenico Bartolomeo (Archontonis) ha confermato la sua intenzione di visitare l’Ucraina. Tale viaggio potrebbe effettuarsi nelle prossime settimane.

Oltre alle conferme sinodali di Costantinopoli, il Tomos è stato sottoposto alla valutazione delle altre Chiese ortodosse autocefale, con missive del patriarca ai primati delle stesse. Oltre alla ben nota contrarietà di Mosca, sostenuta con dichiarazioni generiche dai polacchi e dai serbi, anche l’Arcivescovo ortodosso di Cipro, Crisostomo II (Englistriotis), si è rifiutato di commemorare il capo della nuova Chiesa ucraina durante la liturgia. L’arcivescovo è noto per le sue posizioni filo-russe, a motivo dell’appoggio russo alla polemica contro la “occupazione” turca del nord del paese. All’agenzia di stampa locale Romfea l’arcivescovo ha dichiarato di aver declinato la proposta di invitare a Cipro il nuovo metropolita Epifanyj, avanzata da altri membri del Sinodo locale. Secondo le sue dichiarazioni “ogni stato indipendente ha diritto all’autocefalia ecclesiastica, ma per ora non mi pare che il popolo ucraino abbia espresso tale volontà”.

L’arcivescovo di Atene Geronimo II (Liapis), capo della Chiesa ortodossa di Grecia, ha invece ritenuto insufficiente un giudizio del Sinodo sull’autocefalia ucraina, che ha comunque iniziato a esaminare il documento inviato, sollecitando un pronunciamento dell’intero corpo ecclesiale, clero e laici, secondo modalità ancora da definire. Gli ucraini confidano comunque nell’approvazione dei greci, e in quello del patriarca ortodosso di Alessandria d’Egitto. Prudenti, ma neutrali, appaiono le Chiese di Albania e Romania.

Contrario ufficialmente è il patriarca di Antiochia Giovanni X (Yagizi), molto vicino a Kirill di Mosca e ai “protettori” russi della Siria. Anche i bulgari, che insieme ai serbi vennero “liberati” dall’impero ottomano grazie ai russi, vengono considerati alleati di Mosca contro Costantinopoli: il metropolita di Vidin Daniil (Nikolov), aveva rilasciato in dicembre dichiarazioni contrarie alla separazione dell’Ucraina dal territorio canonico del patriarcato di Mosca, la cui annessione era avvenuta nel 1682. Secondo il presule bulgaro, “queste decisioni possono essere ritirate o contestate al massimo entro trent’anni, non dopo tre secoli”.

La Bulgaria, e ancor più la Serbia, è anche coinvolta nell’altra questione di autocefalia in atto nel mondo ortodosso, quello della Macedonia. Dopo l’approvazione dell’autonomia ucraina, anche nell’ex-repubblica jugoslava si rinnovano le speranze di ottenere lo stesso risultato, come ha dichiarato in questi giorni il metropolita macedone Petr (Karevskij) al portale religija.mk: “Speriamo di gioire entro la fine dell’anno come Chiesa autocefala, venendo riconosciuti dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, poiché siamo in regola con tutte le condizioni per questo”. Più prudente, ma anch’egli ottimista, appare il capo della Chiesa macedone, il metropolita di Skopje Stefan (Veljanovskij); spera nell’autocefalia anche il metropolita del Montenegro Michail (Dedeic), che ha rilasciato dichiarazioni in tal senso. La concessione dell’autonomia ecclesiastica a Macedonia e Montenegro porterebbe quasi certamente a un’altra rottura, quella tra Belgrado e Costantinopoli.

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