30/11/2016, 11.36
NEPAL
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Autorità di Kathmandu “si inchinano” agli investimenti illegali di un guru indiano

di Christopher Sharma

Baba Ramdev ha investito 1,5 miliardi di rupie (quasi 13 milioni di euro) tramite la Ong che dirige. Le leggi del Nepal stabiliscono controlli serrati per i fondi esteri, e il guru non ha i permessi necessari. La sua popolarità utilizzata per ripristinare lo Stato confessionale indù.

Kathmandu (AsiaNews) – Il famoso guru indiano dello yoga Baba Ramdev ha deciso di fare una serie di investimenti in Nepal, considerati illegali dalle leggi del Paese himalayano. Tramite un’associazione non profit di cui è leader, il guru ha raccolto 1,5 miliardi di rupie nepalesi [quasi 13 milioni di euro], ed è disposto a versare fino a 5 miliardi [circa 43 milioni di euro]. In condizioni di anonimato, un funzionario di governa rivela che “Ramdev proclama che i suoi investimenti sono senza profitto, ma in realtà il denaro è utilizzato dalla compagnia per fare utili”. Alcuni analisti politici sostengono che l’obiettivo finale del guru sia utilizzare la sua popolarità per fare pressioni sui leader di Kathmandu e riaffermare il Nepal come Paese indù.

Secondo le leggi nepalesi, gli investimenti diretti esteri da parte di Ong devono essere approvati dal dipartimento dell’Industria in base alla sezione 2049 del Foreign Investment and Technology Transfer Act o all’articolo 2068 dell’Investment Board Act. Il guru non ha mai chiesto il permesso delle autorità per registrare i fondi concessi dalla “Patanjali Yogpeeth and Ayurvedi Company” [azienda che diffonde tecniche di yoga e prodotti di medicina ayurvedica, tra le più famose al mondo – ndr].

Per ammettere i soldi dall’estero in maniera legale, l’unico modo era di farli apparire come donazioni di Samata Prasad, moglie di Upendra Yadav, politico nepalese e membro non residente dell’associazione. Colto in fallo, il guru si è affrettato a diramare una dichiarazione in cui afferma che “la compagnia non ha infranto alcuna legge” e che gli investimenti sono ad opera dei due nepalesi sopra citati.

Swami Ramdev ha aggiunto che “il profitto della compagnia sarà speso per attività filantropiche” e poi ha sottolineato che non avrebbe mai potuto compiere attività illecite, dato che ha “dedicato tutta la vita nella lotta alla corruzione, la falsificazione del denaro e l’appropriazione indebita di risorse. Mi impegno nella trasparenza finanziaria”.

Di recente numerosi leader di partito, tra cui l’attuale primo ministro Pushpa Kamal Dahal detto “Prachanda”, hanno fatto visita a Ramdev nella nuova filiale della compagnia a Birgunj, nel sud del Nepal, e lo hanno incoraggiato a investire in tutto il territorio. L’opinione di esperti è che il guru stia “convincendo i nostri leader a ripristinare l’induismo [come religione di Stato]. I guadagni saranno utilizzati per stabilire un nuovo movimento indù”. Non solo, una fonte svela che “quando si sono presentati davanti al guru, i politici si sono inchinati e hanno promesso di sostenere l’induismo, se tutti saranno d’accordo”.

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