21/07/2018, 08.00
AZERBAIJIAN
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Baku, attentato e complotto dell’islam radicale (sciita)

Un terrorista ha cercato di uccidere il sindaco di Gäncä. Nelle manifestazioni che si sono succedute per la sua liberazione, uccisi due ufficiali di polizia. La trama sembra legare Teheran a Mosca e Damasco. Per l’Iran è una “falsa notizia” per gettare fango contro Teheran.

Baku (AsiaNews/Agenzie) - Un terrorista azero con passaporto russo, il 35enne Junis Safarov, ha compiuto un attentato alla vita di Elmar Veliev, sindaco della città di Gäncä, in cui è rimasta gravemente ferita la sua guardia del corpo, il sergente Gasym Ashbasov. Secondo l’inchiesta che ne è seguita, l’attentato – avvenuto lo scorso 3 luglio - rientrava in un piano sovversivo finalizzato a rovesciare il regime del presidente azero Ilham Aliev, per instaurare un governo islamista radicale.

Il ministero azero degli interni ha fatto notare che all’inchiesta sull’attentato sono collegati i disordini scoppiati a Gäncä lo scorso 10 luglio, quando circa 200 esponenti di un gruppo sciita radicale si sono radunati davanti al municipio, armati di coltelli e armature. Negli scontri con le forze dell’ordine sono stati uccisi due ufficiali della polizia locale. I manifestanti chiedevano la liberazione di Safarov, originario proprio di Gäncä, dove si era estremizzato ancora in età scolastica, prima di trasferirsi a Mosca. Per alcuni anni il terrorista ha insegnato storia in un istituto professionale della capitale russa, svolgendo anche propaganda islamista in favore del regime iraniano degli ayatollah. In seguito si sarebbe arruolato in Siria nell’esercito regolare di Bashar Assad, dopo aver ricevuto una speciale formazione di otto mesi all’università iraniana di Qom. Il complotto di Gäncä avrebbe dunque preso forma in Iran e nella Siria della parte filo-sciita, prevedendo anche l’assassino di Veliev e una successiva rivolta in tutto il Paese.

Finora sono state arrestate oltre 60 persone, con l’accusa di “tentato colpo di Stato di matrice sciita”. Tra di esse vi sono un cugino di Safarov e alcuni manifestanti che avrebbero assicurato ai rivoltosi l’appoggio delle cosche criminali locali. Dagli interrogatori è emerso il legame del gruppo con un mullah originario di Gäncä, Tohid Ibragimbeil, residente proprio nella “città santa” iraniana di Qom. Questi avrebbe manovrato le azioni di Safarov e diversi altri combattenti azeri in Siria tra il 2013 e il 2016, assicurando loro anche il sostegno economico.

Il piano per l’assassinio del sindaco di Gäncä sarebbe stato ideato agli inizi del 2017, e ispirato attraverso il sito dei radicali sciiti azeri, nur-az.com. La polizia azera è riuscita a bloccare le attività della setta terrorista, e a interrompere i legami con l’Iran.

Il 16 luglio scorso, il portavoce del ministero iraniano degli Esteri, Bahram Qasemi, ha condannato l’attacco di Gäncä e ha augurato una pronta guarigione per chi è rimasto colpito. Per Qasemi vi sono “alcuni centri” che “disseminano false notizie per spingere accuse contro l’Iran”.

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