06/10/2006, 00.00
THAILANDIA
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Bangkok, i generali aprono ai ribelli musulmani

Il gen. Sondhi Boonyaratkalin, che ha guidato i soldati nella presa di Bangkok del 19 settembre scorso, ha accettato di aprire un dialogo con le forze indipendentiste islamiche del sud del Paese. I ribelli chiedono che l'ex premier Shinawatra venga accusato di crimini contro l'umanità.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il capo delle forze armate thailandesi ha accettato di aprire un canale di dialogo con i ribelli musulmani che lottano per la creazione di uno Stato musulmano indipendente nel sud del Paese.

E' la prima volta che un membro del governo thai si dice disposto ad incontrare i ribelli sin dall'inizio delle ostilità, nel 2004: il deposto primo ministro Thaksin Shinawatra, infatti, non ha mai accettato o cercato alcun compromesso con i guerriglieri.

Il gen. Sondhi Boonyaratkalin, che ha guidato i soldati nel colpo di Stato del 19 settembre scorso, ha sottolineato che l'incontro è stato richiesto dai leader islamici, e che in ogni caso "si tratta di colloqui, non negoziati". Al momento non è ancora stata fissata alcuna data ufficiale.

Nel frattempo, uno dei leader della guerriglia ha chiesto alle autorità di investigare sui crimini contro l'umanità commessi da Shinawatra ed ha proposto che venga portato davanti alla Corte internazionale di giustizia per rispondere della morte e sparizione di alcuni ribelli.

Lukman Lima, capo della Pattani United Liberation Organisation – uno dei tanti gruppi che opera per l'indipendenza musulmana – ha accusato l'ex premier di "avere le mani piene di sangue".

In un messaggio e-mail dalla Svezia, Lukman aggiunge che "il governo ad interim del Paese non sarà in grado di risolvere a pieno la questione meridionale se prima non porta Thaksin Shinawatra ed i suoi generali davanti alla Corte di giustizia di Hague".

Il governo Shinawatra non ha mai accettato alcun dialogo con i ribelli ed è stato criticato con durezza per il suo approccio armato alla questione. L'ex primo ministro, accusato anche di corruzione ed abuso di potere, è sempre stato detestato nelle tre province a maggioranza islamica dove sono scoppiate le proteste pro-indipendenza nel gennaio del 2004.

Secondo molti musulmani, il conflitto non si sarebbe mai potuto risolvere con il vecchio governo.

La dura gestione del conflitto meridionale è uno dei motivi che ha convinto l'esercito a prendere il potere: appena tre settimane prima del golpe, il gen. Sondhi aveva cercato di convincere il primo ministro a cercare una strada per il dialogo, ma la proposta era stata respinta.

Le tre province islamiche del Paese - Yala, Pattani e Narathiwat – sono state annesse dalla Thailandia un secolo fa: in precedenza formavano un sultanato islamico indipendente. Qui vive la maggior parte dei 5 milioni di musulmani del Paese, che conta 64 milioni di abitanti in prevalenza buddisti.

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