21/03/2014, 00.00
THAILANDIA
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Bangkok, la Corte Costituzionale annulla i risultati elettorali

Le elezioni generali del 2 febbraio scorso, convocate dalla premier Shinawatra, sono invalide perché "non si sono svolte nello stesso giorno in tutto il Paese". Non è chiaro se verrà indetta una nuova consultazione generale, ma l'opposizione minaccia di boicottare di nuovo le urne.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - La Corte Costituzionale della Thailandia ha annullato le elezioni generali che si sono svolte lo scorso 2 febbraio 2014 nel Paese, perché queste "non si sono svolte nello stesso giorno in tutta la nazione". La sentenza, presa da 6 giudici sui 9 totali che compongono il massimo grado di giudizio nel Paese, è stata emessa dopo che un avvocato ha presentato ricorso sulle modalità con le quali si sono svolte le consultazioni. Non è chiaro quando verrà convocata una nuova tornata elettorale.

La decisione rischia di acuire ancora di più la crisi sociale e politica in corso in Thailandia. Iniziate nel novembre del 2013, le manifestazioni degli anti-governativi (un mix di esponenti della classe media, monarchici e abitanti del sud) sono le più imponenti dal 2010, quando il regno è stato sconvolto da una serie di rivolte di piazza concluse con un bagno di sangue e la morte di 90 civili.

I manifestanti accusano la premier di essere "una marionetta del fratello Thaksin", per anni leader del Paese molto amato nelle aree rurali ma inviso dalla classe media e dalla burocrazia nazionale. Secondo fonti del Dipartimento medico di Bangkok, il bilancio totale delle vittime dall'inizio della crisi è di almeno 23 morti e oltre 700 feriti.

Le elezioni del 2 febbraio, convocate proprio dalla premier come "gesto di apertura" nei confronti dei manifestanti, sono state boicottate dall'opposizione e hanno visto la schiacciante (e scontata) vittoria del Pheu Thai, partito di maggioranza che ha espresso la Shinawatra. Suthep Thaugsuban, uno dei leader dell'opposizione ed ex vice ministro nazionale, ha commentato la decisione della Corte Costituzionale paventando l'ipotesi di un nuovo boicottaggio: "Se verranno dichiarate nuove elezioni, allora ci prenderemo cura di ogni provincia e la consultazione si rivelerà di nuovo inutile".

L'opposizione, e i manifestanti che la sostengono, non vogliono una nuova votazione ma l'instaurazione di un "Consiglio del Popolo" composto da membri non eletti del panorama politico. Questo Consiglio dovrebbe agire in modo da "limitare l'influenza negativa degli Shinawatra" sulla politica e sull'economia nazionale per poi convocare, in un secondo momento, le elezioni generali.

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