31/03/2016, 12.25
THAILANDIA
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Bangkok, la giunta militari dà nuovi poteri ai soldati: “È una dittatura mascherata”

Con un decreto a sorpresa il primo ministro Prayut Chan-ocha autorizza i militari ad arrestare e tenere in detenzione fino a sette giorni cittadini per 27 crimini. Secondo la giunta la mossa è stata fatta per mancanza di personale nella polizia. Attivisti per i diritti umani denunciano l’ennesima lesione alle libertà civili, fatta con la scusa della sicurezza nazionale.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Con una mossa a sorpresa il leader della giunta militare al potere in Thailandia ha deciso di aumentare i poteri dell’esercito, i cui membri ora possono arrestare i cittadini sospettati di diversi crimini, come fossero poliziotti. Il decreto del primo ministro Payut Chan-ocha è arrivato nella tarda serata del 29 marzo scorso e non era stato annunciato. Gli attivisti per i diritti umani hanno subito denunciato l’accaduto, accusando il generale di voler ancora una volta ledere le libertà civili con la scusa del mantenimento della sicurezza nazionale.

Il decreto, pubblicato sulla Thailand’s Royal Gazette, ha come titolo “L’oppressione dei crimini che possono minacciare l’economia e la società thai”. Esso dà ai soldati di esercito, marina militare e aviazione, che siano sottotenenti o di grado superiore, il potere di convocare, arrestare e tenere in detenzione fino a sette giorni cittadini per 27 crimini fra cui estorsione, traffico umano, diffamazione, gioco d’azzardo e prostituzione.

Il generale Prayut ha emesso il decreto avvalendosi dell’articolo 44, il più contestato della Costituzione ad interim. Utilizzato dal aprile 2015 come sostituto della legge marziale, esso concede al primo ministro il potere di emettere decreti legge per “bloccare o sopprimere” generiche “minacce alla sicurezza nazionale o alla monarchia” e fare qualsiasi cosa per garantire la sicurezza e l’unità del Paese. In questo contesto i soldati possono “in caso di incidente, arrestare le persone senza il bisogno di un mandato”. I gruppi per i diritti umani affermano che tale potere quasi assoluto è una legge marziale sotto falso nome.

Prawit Wongsuwan, vice primo ministro, ha affermato che “ci sono persone i cui comportamenti sono considerati crimini”, aggiungendo che i soldati potranno gestire anche gli interrogatori, e che il decreto è stato reso necessario dalla mancanza di personale nella polizia.

Da quando ha preso il potere nel 2014 con un colpo di Stato “bianco”, la giunta militare ha ristretto la libertà d’espressione, osteggiato ogni protesta pubblica e censurato media, giornalisti e accademici critici del governo.

Il 29 marzo scorso, una donna residente nel nord della Thailandia è stata arrestata per aver postato una foto su Facebook che la ritraeva con una ciotola di plastica rossa. Su di essa erano stampati gli auguri di buon anno [il capodanno thai, Songkran, si festeggia il prossimo 13 aprile ndr] di due ex primi ministri, i fratelli Yingluck e Thaksin Shinawatra, critici dell’operato della giunta. Accusata di “sedizione”, la 57enne è stata rilasciata dietro cauzione (100mila bath, circa 2800 dollari). La donna sarà giudicata dalla corte marziale: se colpevole potrebbe essere condannata a sette anni di prigione.

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