08/04/2010, 00.00
THAILANDIA
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Bangkok, nuove proteste delle “camicie rosse” dopo lo stato di emergenza

di Weena Kowitwanij
I leader della rivolta chiamano a raccolta i sostenitori: festeggiare a Bangkok “il capodanno thai e la vittoria sul governo”. Abhisit annuncia una road map per arrivare a nuove elezioni entro la fine dell’anno e cerca il sostegno dei militari. Il 78% della popolazione chiede “la pace nel Paese”.
Bangkok (AsiaNews) – Le “camicie rosse” rispondono alla dichiarazione dello stato di emergenza – decretato ieri dal premier thai Abhisit Vejjajiva – annunciando “manifestazioni ancora più vaste” per domani, 9 aprile. I leader del partito di opposizione United Front for Democracy against Dictatorship (UDD) – vicino all’ex Primo Ministro in esilio Thaksin Shinawatra – invitano i sostenitori di tutto il Paese a convergere verso Bangkok, per “celebrare il capodanno thai” (il Songkran festival, in programma dal 12 al 15 aprile) e “la vittoria sul governo”.
 
Non si vedono spiragli di accordo per uscire dalla crisi politica che, da un mese, ha colpito la Thailandia. I manifestanti antigovernativi – scesi in piazza il 12 marzo scorso – chiedono lo scioglimento del Parlamento entro due settimane, le dimissioni dell’esecutivo ed elezioni anticipate. Il Primo Ministro Abhisit ha proposto una “road map” che prevede la fine della legislatura per il 6 dicembre 2010 – con lo scioglimento della Camera bassa – e l’utilizzo dei prossimi mesi per emendare alcune norme del codice, che consentiranno elezioni “libere e pacifiche”. Nonostante due faccia a faccia, le due parti al momento non hanno raggiunto alcun accordo.
 
Ieri il premier Abhisit ha decretato lo stato di emergenza a Bangkok, Nonthaburi e in alcuni distretti di quattro province: Samutprakarn, Nakhon Pathom, Pathumtthanee e Ayudhaya. Le autorità thai hanno inoltre oscurato il “Canale popolare”, rete televisiva via satellite vicina alle “camicie rosse”. Il capo del governo intende riportare la pace, mettere un freno alla disinformazione, foriera di “violenze ulteriori”, perseguire alcuni leader della protesta e assicurare tutte le misure per prevenire episodi di sabotaggio. Fonti dell’esecutivo confermano anche l’intenzione di “coinvolgere la leadership militare” nelle operazioni di sicurezza. Esercito e forze di polizia, del resto, sono una componente essenziale per mantenere il potere in Thailandia. Ma le Forze armate hanno già escluso l'uso della forza, cercando con il dialogo di convincere i manifestanti a tornare ai loro villaggi con biglietto pagato.
 
I leader della “camicie rosse” dopo l’incursione in Parlamento di ieri, con la fuga precipitosa in elicottero del vice-premier Suthep Thaugsuban e di altri membri dell’esecutivo, annunciano un aumento delle proteste per i prossimi giorni. Nattavut SaiKoe, segretario generale UDD, lancia un appello ai sostenitori di tutto il Paese perchè convergano nella capitale: “per festeggiare il Songkran festival e celebrare la vittoria delle camicie rosse”.
 
Nel frattempo emergono i primi dati sugli effetti delle proteste che hanno bloccato parte della Thailandia, con serie ripercussioni sull’economia del Paese. Pornsilp Vatchareetrakul, vice segretario generale della Camera di commercio thai parla di “perdite nel settore del commercio” nei primi due giorni della protesta per 200-300 milioni di baht (oltre 6 milioni di euro al giorno). Il turismo rischia un passivo fino a 10 miliardi di baht.
 
Tra il 12 e il 15 aprile in Thailandia si festeggia il nuovo anno e l’auspicio di tutti è che si possa celebrare in “pace e armonia”. La conferma arriva da un’inchiesta elaborata in questi giorni, secondo cui “il 78% degli intervistati si augura che torni la pace nel Paese”. Il desiderio comune è che si possano celebrare i riti tradizionali, fra i quali la visita ai templi per versare acqua sulle statue del Buddha e cospargersi d’acqua l’un l’altro.
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