17/06/2016, 09.07
THAILANDIA
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Bangkok: fallisce il blitz nel tempio buddista di Dhammakaya, ancora in libertà l’abate “corrotto”

L’operazione della polizia nelle strutture del Wat si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri. Phra Dhammachyao, accusato di appropriazione indebita per 40 milioni di dollari, non è stato trovato. Alcuni fedeli hanno impedito agli agenti di entrare in certe aree del compound. La polizia: “Sappiamo che l’abate è ancora all’interno. Il nostro lavoro non è finito”.

 

Bangkok (AsiaNews) – È riuscito ancora una volta ad evitare l’arresto Phra Dhammachyao, abate buddista del tempio Wat Dhammakaya, uno dei più ricchi ed estesi del mondo, da ieri sotto l’assedio delle forze di polizia. Il monaco 72enne è accusato per appropriazione di indebita di 1,4 miliardi di bath (40 milioni di dollari) e ha ricevuto un mandato d’arresto e più inviti delle autorità a deporre in aula. Il religioso non si è mai presentato, paventando problemi di salute.

Alle 5 di mattina di ieri gli agenti hanno fatto irruzione nella struttura – che si estende per circa 400 acri – in cerca dell’abate, ma nel tardo pomeriggio hanno dovuto ammettere la propria sconfitta. L’operazione è stata condotta “in maniera pacifica” e i poliziotti non erano armati. Suriya Singhakamol, direttore generale del Dipartimento investigativo, afferma: “Siamo entrati nel compound ma c’è un ultima zona in cui non abbiamo avuto accesso perché i fedeli non ce lo hanno permesso. In ogni caso la nostra operazione non è conclusa”.

Al momento dell’irruzione c’erano 8mila fedeli vestiti di bianco che pregavano nel tempio. Diverse centinaia di monaci e semplici credenti si sono messi a sedere sulla strada principale del compund, bloccando i mezzi della polizia.

Non si ha alcuna notizia sul luogo dove si trovi Phra Dhammachyao, anche se la polizia non crede si sia allontanato dal tempio. L’abate avrebbe sfruttato una cooperativa di credito (ora sciolta) per pulire denaro sporco. Inoltre egli è sospettato di avere legami con l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra (in esilio per evitare l’ergastolo) e il movimento delle “camice rosse” che lo sostiene.

Durante il blitz al Wat Dhammakaya gli agenti hanno mostrato rispetto per i monaci, interrompendo le operazioni alle 11 del mattino per permettere loro di avere l’unico pasto giornaliero. Phra Sanitwong Wuttiwangso, portavoce del tempio, ha detto: “Abbiamo avuto la piena collaborazione della polizia”. Egli ha poi confermato che “un certo numero di fedeli” ha fatto ostruzione bloccando l’accesso delle autorità in certe aree del tempio: “Non importa quello che diciamo loro, non ci ascolteranno. Chiedono il rispetto della polizia perché l’abate è malato. Egli non ha lasciato il tempio”.  

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