21/08/2013, 00.00
BANGLADESH
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Bangladesh sull’orlo di una crisi politica: si temono nuove violenze

di Sumon Corraya
A fine anno ci saranno nuove elezioni. Per analisti e opposizione, il clima è troppo teso e c’è bisogno di un governo di transizione per preparare il Paese al voto. Ma la premier lo ha abolito nel 2011 e non vuole ripristinarlo. I partiti di minoranza minacciano di non partecipare alle elezioni.

Dhaka (AsiaNews) - Un Paese "sull'orlo di una grave crisi politica", che rischia di portare "instabilità sociale e nuove violenze" tra la popolazione. È così che diversi analisti descrivono il Bangladesh, sempre più vicino alle nuove elezioni generali, ma sempre più fragile. "Colpevole" di questa situazione sarebbe Sheikh Hasina, attuale primo ministro, leader dell'Awami League e figlia di Sheikh Muibur Rahman, padre della patria e leader dell'indipendenza del Bangladesh nel 1971.

In vista delle prossime elezioni, previste per la fine del 2013 e l'inizio del 2014, la Hasina ha ribadito di non voler ripristinare il caretaker government. Si tratta di un governo ad interim - i cui membri non fanno parte di alcun partito, né sono in corsa per il voto - che ha 90 giorni per organizzare le elezioni. Nel 2011 però la premier ha deciso di abolire questo organismo, con il 15mo emendamento alla Costituzione.

Per alcuni però la situazione è troppo tesa per andare al voto senza un governo apartitico, che possa garantire trasparenza e correttezza. Oltretutto, quanto sta accadendo ricorda i fatti del 2007/2008, quando venne imposto lo Stato d'emergenza e il potere venne affidato a un governo ad interim sostenuto dall'esercito. Di fatto, per quasi due anni il Bangladesh rimase in una fase di stallo, in cui diritti civili e politici vennero sospesi.

I segnali ci sono tutti: da mesi la piccola criminalità è aumentata, così come gli atti vandalici. I verdetti dei tribunali internazionali di guerra hanno inasprito ancora di più il clima: creati dall'Awami League per "dare giustizia" alle vittime della guerra di liberazione (1971), di fatto sono stati uno strumento per decimare la leadership del partito islamico (Jamaat-e-Islam). Che ha approfittato della poca trasparenza di questi processi per lanciare numerosi hartal (scioperi), tutti degenerati in scontri e violenze.

Dinanzi a questa situazione, il Bangladesh Nationalist Party (Bnp, partito nazionalista leader dell'opposizione) vorrebbe che l'Awami facesse un passo indietro e ripristinasse il caretaker government. In caso contrario, ha ammonito due giorni fa Mirza Fakhrul Islam Alamgir, portavoce del Bnp, "non ci sarà alcuna elezione, perché nessuna opposizione vi prenderà parte". Anche altri partiti di minoranza hanno annunciato che non parteciperanno al voto se la situazione dovesse rimanere così. Il mandato della Hasina scade il prossimo ottobre. 

 

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