27/04/2016, 08.27
ORTODOSSI
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Bartolomeo: Chernobyl ci insegni a dire “sì” a Dio e alla creazione; “no” alla tecnologia a tutti i costi

Il patriarca ecumenico di Costantinopoli ricorda i 30 anni dal disastro nucleare che sconvolse l’Ucraina e il mondo: “Dobbiamo mantenere per sempre la memoria di quanto accaduto. Ma dobbiamo anche imparare a dire ‘no’ alle tecnologie con effetti distruttivi e ‘sì’ alla realtà che ci sovrasta, quella del Creatore di tutta la creazione”.

Istanbul (AsiaNews) – Dopo 30 anni dal disastro nucleare di Chernobyl “dobbiamo ricordare per sempre. Ricordare i nomi di coloro che sono morti e ricordare le tragiche conseguenze dei nostri fallimenti”. Ma dobbiamo anche “imparare a dire ‘no’ alle tecnologie con effetti distruttivi”, essere in grado “di dire ‘basta’ davanti alla mentalità consumistica e alla competizione dell’economia di mercato” e infine “dire ‘sì’ e inchinarci davanti alla realtà che ci sovrasta, quella del Creatore di tutta la creazione”. Lo scrive il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeoin un messaggio per i 30 anni dal disastro nucleare che sconvolse l’Ucraina e il mondo.

Nel testo, il leader cristiano spiega: “La memoria è molto potente nella religione e soprattutto nel cristianesimo, dove diventa una forza in grado di trasformare. Tramite la memoria leggiamo il passato, cambiamo la nostra condotta nel presente e ci assumiamo le nostre responsabilità per il futuro”.

Ma la memoria non basta: “Abbiamo raggiunto un livello di sviluppo tecnologico tale che dobbiamo imparare a dire ‘no’ alla tecnologia che distrugge. Abbiamo bisogno di un’etica della tecnologia. Ci è stato dato in dono uno splendido pianeta, ma le sue risorse non sono infinite. I numerosi disastri naturali hanno dimostrato in maniera ampia il costo umano, finanziario ed ecologico della ricerca smodata del profitto”.

Ecco perché, aggiunge Bartolomeo, “dobbiamo imparare anche a dire ‘basta’ alla mentalità del consumismo e della competizione dell’economia di mercato. È arrivato il momento di essere onesti con Dio, riconoscendo che il Vangelo cristiano mira anche a ridurre avarizia e avidità”.

Infine, conclude il patriarca ecumenico, vi è la cosa più importante: “Impariamo a dire ‘sì’ alla realtà che ci sovrasta, al Creatore di tutta la creazione, davanti al quale dovremmo inginocchiarci con umiltà e arrenderci con la preghiera, riconoscendo che Lui e tutto ciò che ha creato è per tutti, non soltanto per i nostri desideri egoistici”.

Chernobyl, dunque, “dovrebbe essere una lezione sul contenimento di noi stessi e sulla condivisione di ciò che abbiamo. Mostriamo compassione, mostriamo rispetto e costruiamo la pace, non soltanto con i nostri vicini ma con tutta la creazione”.

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