14/04/2010, 00.00
FILIPPINE
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Basilan: sale a 15 morti il bilancio dell’attacco compiuto dai ribelli di Abu Sayyaf

di Santosh Digal
Secondo la polizia gli estremisti hanno utilizzato uniformi dell’esercito per passare inosservati e piazzare gli ordigni che hanno colpito ieri la cattedrale di Santa Isabel e un edificio del Ministero dell’educazione. Tra le vittime anche il fratello di uno dei leader del gruppo terroristico legato ad al-Qaeda. Il vescovo di Basilan invita la popolazione a pregare per la pace e chiede protezione a militari e forze dell’ordine.

Manila (AsiaNews) – Ammonta a 15 morti il bilancio delle due esplosioni e degli scontri a fuoco tra ribelli islamici di Abu Sayyaff ed esercito che ieri hanno sconvolto la città di Isabela (Basilan, Mindanao). Tra le vittime anche il fratello di Purudji Indama, uno dei leader del gruppo terroristico legato ad al-Qaeda. Mentre la città resta sotto il controllo di oltre 300 militari, oggi mons. Martin Jumoad, vescovo di Basilan ha invitato la popolazione a mantenere la calma e a pregare per la pace.

L’attacco è iniziato ieri mattina alle 10,30 con l’esplosione di due bombe davanti alla cattedrale di Santa Isabel, in parte distrutta, e alla Basilan National High School. Un terzo ordigno, piazzato di fronte al palazzo di giustizia, è stato invece disinnescato dagli artificieri. Dopo lo scoppio delle bombe i ribelli, passati inosservati grazie all’utilizzo di finte uniformi militari, hanno iniziato a sparare mirando ai passanti, scatenando uno scontro a fuoco con polizia ed esercito. In totale l’attacco è costato 15 morti: 6 civili, 5 terroristi, 3 militari e un poliziotto.    

“L’attacco è stato ben pianificato – afferma il gen. Ben Dolorfino, responsabile militare per Mindanao – le uniformi indossate dai ribelli erano nuove e non mostravano segni di usura”. Dolorfino dice che l’intelligence aveva ricevuto informazioni in merito a un possibile attacco di Abu Sayyaf e per questo motivo l’esercito ha potuto agire con tempestività ed evitare altre vittime.    

Oggi mons. Martin Jumoad, vescovo di Basilan ha inviato la popolazione alla calma e a pregare per la pace e chiesto a militari e polizia un’azione urgente per neutralizzare i ribelli islamici che hanno scelto per la prima volta come obiettivo la cattedrale di Santa Isabel. “La chiesa è danneggiata al 70% - ha affermato – e non è possibile dire messa. Faccio appello agli uomini e alle donne in uniforme perché ci aiutino a neutralizzare chi ha colpito la cattedrale”.

La scorsa notte il prelato ha guidato una fiaccolata diretta ai luoghi delle esplosioni per condannare le violenze e pregare per le vittime.  

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