03/04/2020, 11.13
LIBANO
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Beirut, la festa delle Palme ‘vittima’ delle restrizioni per il coronavirus

di Fady Noun

Per la Settimana Santa le Chiese del Paese si adeguano alle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19. Cancellate le “colorate e pittoresche” processioni delle Palme. Funzioni liturgiche a porte chiuse, i fedeli potranno seguirle via internet. L’emergenza sanitaria una “notte buia” da affrontare come “una cosa sola”.

Beirut (AsiaNews) - “Cosa ci sta dicendo Dio, con questa pandemia?”. A questa domanda che molte persone si fanno in preda all’inquietudine, in realtà non c’è una risposta univoca. Tutto il pianeta è stato preso alla sprovvista, da un evento che è ha superato ogni qualsiasi previsione. E il Libano in questo senso non fa certo eccezione. La rapida evoluzione della pandemia di Covid-19 è una prova e una sfida tanto per il Paese quanto per le sue Chiese, in questo tempo così significativo dell’anno liturgico in cui la frequentazione dei luoghi di culto si fa più intensa. Quest’anno le strade e le vie del Libano non saranno testimoni delle processioni delle Palme, colorate e pittoresche. 

Le Chiese in Libano hanno deciso di conformarsi appieno alle direttive emesse dalle autorità sanitarie e di rinunciare a tutte le loro funzioni pubbliche. Ciò significa che saranno sospese tutte le messe, comprese quelle delle Chiese ortodosse. Certo, si continueranno a celebrare le funzioni liturgiche, ma si faranno a porte chiuse. E grazie ai canali televisiv, ma soprattutto i social (in primis Facebook e i gruppi “zoom”), i preti delle parrocchie si impegneranno per colmare questo vuoto e per favorire un legame di appartenenza. In prima fila, Télé Lumière che trasmette dall’inizio della pandemia di coronavirus un rosario quotidiano recitato dal patriarca (17.30), come la messa mattutina di papa Francesco nella cappella di Santa Marta a Roma (8). 

L’emittente trasmetterà domenica prossima alle 10, dall’arcivescovado greco-cattolico di Beirut, la messa delle Palme. Nella Chiesa greco-ortodossa, che festeggia la Pasqua con una settimana di scarto, gli appelli alla cautela e le precauzioni sembrano altrettanto rigorose come in qualsiasi altro luogo, come spiega il sacerdote della parrocchia di Saint-Elie a Mtayleb.

Raccomandazioni generali

Come direttive generali, le Chiese orientali hanno condiviso da ultimo le seguenti raccomandazioni: 

- Le festività devono essere celebrate nel giorno previsto dal calendario liturgico, con le celebrazioni relative da trasmettere [in rete] per essere seguite dai fedeli nelle loro famiglie

- Le parti delle celebrazioni che prevedono riti all’esterno vanno cancellate

- I fedeli devono ricordarsi il valore della preghiera personale e in famiglia, anch’essa autentica preghiera ecclesiale

- Il Giovedì Santo alcune Chiese celebrano la consacrazione a San Marone. Questa celebrazione può essere spostata ad altra data

- Il Venerdì Santo devono essere valorizzate le preghiere individuali o in famiglia attorno alla Croce e sulla tomba del Cristo, utilizzando i ricchi testi propri della tradizione orientale di questa giornata

- La notte di Pasqua, le famiglie devono essere invitate - se possibile al suono delle campane - a riunirsi per leggere il Vangelo della resurrezione, accendendo le candele e bruciando l’incenso

- Rimandati ad altra data tutti i battesimi previsti per la Pasqua

- Se non ci si può confessare, precetto almeno una volta all’anno, a Pasqua i sacerdoti devono indiare ai fedeli alcune preghiere penitenziali di cui è ricca la tradizione orientale, da recitare secondo uno spirito di contrizione

- I funerali solo nelle chiese dei cimiteri, alla presenza del curato e della famiglia del defunto

Precisazioni 

Alle direttive già indicate, la Chiesa latina ha aggiunto le seguenti precisazioni: il Giovedì Santo, la lavanda dei piedi già facoltativa, viene omessa; la termine della messa dell’Ultima Cena, viene cancellata anche la processione e il Santissimo Sacramento viene mantenuto dentro il tabernacolo; il Venerdì Santo l’atto di adorare la croce con un bacio deve essere limitato al solo celebrante; le espressioni di devozione popolare e le processioni della Settimana Santa possono, secondo il giudizio del vescovo, essere spostate a giornate più consone come il 14 o 15 settembre. 

[…]

“Una notte buia”

D’altra parte, molte congregazioni religiose vivono in modo molto intenso questo periodo per la Chiesa e per il mondo, preoccupandosi al contempo della crisi sociale che comincia a colpire in modo particolare alcune categorie più vulnerabili. Per molti, le relazioni sociali e internazionali saranno ridefinite da questo calvario. “Oggi il nostro mondo, il nostro pianeta, vive un momento di oscurità” sottolinea la superiore generale delle suore del Buon Pastore, sr. Ellen Kelly, in un messaggio rivolto alle case della sua comunità attive in tutto il Libano. “Questa pandemia - aggiunge la religiosa - è la nostra notte oscura. […]. Non è più il tempo di dire ‘prima il mio Paese’ a spese degli altri. La realtà è che siamo una cosa sola”.

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