07/06/2010, 00.00
INDIA
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Bhopal, dopo 26 anni la sentenza: due anni di carcere per 15mila morti e 600mila intossicati

Il tribunale ha condannato oggi 8 persone per il disastro del 1984, quando il gas cianuro uscì dalla fabbrica della Union Carbide e avvelenò nel sonno i quartieri bassi. La condanna è di 2 anni di carcere ciascuno. Le proteste delle vittime.

New Delhi (AsiaNews) – Il tribunale di Bhopal ha condannato 8 persone per il gravissimo incidente del 1984 agli impianti della Union Carbide, un’ingente fuoriuscita di gas di cianuro che causò oltre 15mila morti e 600mila intossicati. La pena di 2 anni di carcere e 100mila rupie di multa (circa 1700 euro) per ciascun condannato suscita proteste tra le vittime, che chiedevano condanne esemplari.

La condanna è stata per “omicidio colposo”, reato che prevede fino a 2 anni di carcere. Le vittime e i loro parenti hanno sempre sostenuto doversi parlare di omicidio volontario, vista l’enormità della negligenza: 40 tonnellate del gas tossico metilisocianato uscirono dalla fabbrica di pesticidi e invasero gli ignari quartieri bassi di Bhopal, nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984. L’accusa aveva dapprima rinviato a giudizio 12 persone per “omicidio colposo non costituente assassinio”, ovvero in assenza di una volontarietà diretta dell’evento, che prevede fino a 10 anni di carcere. Ma già nel 1996 la Corte Suprema indiana aveva ridotto l’accusa all’attuale “omicidio per negligenza”.

Tra gli 8 colpevoli c’è Keshub Mahindra, 85 anni, ex presidente della Union Carbide India Ltd, succursale indiana della compagnia. La sentenza non comprende Warren Anderson, presidente dell’azienda all’epoca, arrestato nel Madhya Pradesh nel 1984, rilasciato su cauzione e oggi latitante. Anderson, 81 anni, è considerato il principale responsabile, ma in quanto latitante non si è potuto processarlo. Contro di lui la magistratura indiana ha emanato un mandato di arresto, non ancora eseguito.

Gruppi pro-diritti, che difendono le ragioni delle vittime, hanno commentato che la sentenza è “troppo poco e troppo tardi”. L’attivista Satinath Sarangi ha detto che il più grave disastro industriale mondiale“ è stato trattato come un incidente automobilistico. E’ un disastro giudiziale e un tradimento [del popolo indiano da parte] del governo”.

Rashida Bee, presidente del gruppo Bhopal Gas Women’s Workers, aveva detto in precedenza che “nel Bhopal sarà stata fatta giustizia solo se persone e società responsabili saranno puniti in modo esemplare”.

A 24 anni di distanza, gli abitanti della zona continuano a soffrire di gravi problemi polmonari e anche i bambini nati dopo anni dal dramma mostrano problemi di salute, come cancro, diabete e altre infermità croniche.

La statunitense Union Carbide ha pagato un risarcimento di 470 milioni di dollari al governo indiano. L’impianto è ora abbandonato ma resta molto inquinato e gli ambientalisti locali accusano che i residui chimici possono inquinare le fonti idriche sotterranee e avvelenare l’acqua potabile per milioni di persone.

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