22/10/2010, 00.00
KIRGHIZISTAN
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Bishkek, tardano i risultati elettorali mentre cresce la tensione

Chi ha perso il voto lamenta brogli, scende in piazza e chiede giustizia. Dissidi tra i partiti vincitori. La situazione è incerta e ogni situazione è possibile. C’è rischio di nuove sommosse.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – Cresce la protesta dei partiti rimasti esclusi dal Parlamento kirghiso, che rappresentano circa il 60% dell’elettorato. Ieri i rappresentanti di vari partiti hanno chiesto di ricontare i voti di 138 seggi a Bishkek e di 43 a Naryn. Intanto viene rinviata la proclamazione ufficiale dei risultati, anche se la situazione appare deteriorarsi.

I rappresentanti dei partiti esclusi dal parlamento hanno dichiarato che ci sono “discrepanze tra le liste degli elettori e le persone ammesse al voto in alcuni seggi, come pure [in altri seggi] ci sono schede in bianco” e altre irregolarità, che richiedono il ricontrollo dei voti.

Akylbek Sariev, capo della Commissione elettorale centrale (Cec), risponde che un nuovo conteggio può avvenire solo se sono indicate irregolarità specifiche e che le doglianze dei partiti contengono diverse inesattezze.

Il sistema elettorale prevede che vincano seggi solo i partiti che ottengono almeno il 5% dei voti totali. Nelle elezioni del 10 ottobre si sono presentati 29 partiti e solo 5 hanno raggiunto il quorum, con percentuali tra l’8% e il 6% circa.

Il 19 ottobre, circa 2.500 sostenitori del Partito Butun Kyrgyzstan, rimasto escluso per poche migliaia di voti con il 4,8%, hanno marciato per Bishkek accusando le autorità di brogli e minacciando una sollevazione generale.

Il 20 ottobre, alcune migliaia di giovani hanno invece protestato di fronte all’ambasciata russa a Bishkek, con cartelli con scritto: “Putin, via le mani dal Kirghizistan”. Molti ritengono che la Russia spalleggi alcuni dei partiti vincitori.

In altre parti del Paese ci sono state manifestazioni a sostegno della rivoluzione di aprile che si oppongono alla presa di potere del partito Ata-Jurt, primo nelle elezioni, che sostiene l’ex presidente Kurmanbek Bakyiev deposto ad aprile.

I contrasti tra i 5 partiti indicati come vincitori sono peraltro elevate, tanto da mostrare ardua la formazione di un governo di coalizione e da fare temere reazioni decise di chi ne sia escluso.

Anche per questo molti ritengono che la premier ad interim Roza Otunbayeva possa persino annullare il voto, se non si formerà un governo di coalizione, e fissare nuove elezioni, magari per il febbraio 2011.

La situazione è talmente incerta che la Otunbayeva ieri ha invitato a “dare tempo alla Cec  per indicare i risultati ufficiali delle elezioni e vedere gli effettivi vincitori”, invito che molti osservatori ritengono un tentativo di avere più tempo per mediare le diverse posizioni, nel timore che i perdenti possano dar seguito alle minacce di scendere in piazza scatenando una nuova situazione di guerriglia urbana. La premier ha sentito di dover ripetere che “l’intero mondo sa che le elezioni sono state trasparenti e oneste” e che “le autorità non hanno usato le risorse amministrative” per influenzare il voto.

La situazione è seguita con attenzione da Russia e Stati Uniti, che nel Paese hanno basi aeree, come pure dalla vicina Cina.

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