04/07/2008, 00.00
CINA
Invia ad un amico

Cacciati i funzionari pubblici “responsabili” delle proteste di Guizhou

Con una rara decisione, le autorità destituiscono i funzionari responsabili dello scontento popolare. Ma insistono che la ragazza è morta “per annegamento” e promettono massima severità verso chi ha protestato. Esperti: Pechino deve cambiare un sistema che nega tutela e giustizia alla gente.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La terza autopsia sulla giovane Li Shufen trovata morta la scorsa settimana a Wengan (provincia di Guizhou) ha ribadito oggi il decesso per annegamento. Intanto le autorità promettono “massima severità” verso gli autori delle proteste di piazza dei giorni scorsi, ma anche cacciano i funzionari che non hanno saputo prevenirle.

Secondo Xinhua, anche la terza autopsia ha confermato che la giovane non ha subito violenze sessuali ed è annegata. Ma il padre e il fratello insistono che la ragazza era felice e non aveva motivo per suicidarsi, come all’inizio ha affermato la polizia. Due giorni fa i genitori della giovane hanno denunciato che la polizia li ha trattenuti per ore, fino a notte, e “costretti a firmare un documento di accettazione di 30mila yuan (3mila euro) come spese funerarie”. In precedenza i parenti si erano opposti alla sepoltura, chiedendo altri accertamenti sul corpo.

Intanto Shen Guirong, direttore della pubblica sicurezza di Wengan, e il commissario politico Luo Laiping sono stati destituiti per “grave negligenza” per le proteste esplose il 1 luglio (nella foto), quando oltre 30mila persone sono scese in piazza protestando che la ragazza era stata invece violentata e uccisa da persone protette dalle autorità. Il capo del Partito comunista provinciale, Shi Zongyuan, ha spiegato che la gente era esasperata per precedenti decisioni dei suddetti, come la demolizione di case e il trasferimento forzato dei residenti per costruire bacini idrici, per cui le proteste sono state scatenate da “un fatto casuale, ma erano inevitabili”.

Per le proteste la polizia di Guizhou ha arrestato 59 persone e ora promette massima severità contro “gli elementi criminali della zona”. Secondo i media locali, nel capoluogo Guizhou sono stati inviati oltre mille funzionari per “indagini”.

In vista delle Olimpiadi, Pechino vuole evitare qualsiasi disordine e ammonisce che perseguirà sia chi protesta sia i funzionari che non prevengano dimostrazioni. Il governo è preoccupato per le molte proteste violente. Come la persona che il 2 luglio ha lanciato un contenitore di gas in fiamme in un ufficio pubblico a Zhangjiajie (Hunan), ferendo almeno 12 persone, per vendicarsi della demolizione della sua proprietà.

Jing Tiankui, professore di sociologia, spiega che la crescita economica “ha fatto aumentare lo scontento pubblico e portato alla disperazione i sottoprivilegiati”. “Chi non può dar voce alle sue doglianze, spesso ricorre ad azioni drastiche”. La popolazione, non potendo agire in modo diretto contro abusi di funzionari pubblici, rivolge petizioni alle autorità superiori, ma i media dicono che sono così risolti solo due casi su mille. “Se il sistema non cambia – conclude Jing – le conseguenze politiche potrebbero essere disastrose per il governo”.

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Olimpiadi meno dieci: esplodono sempre più spesso proteste violente
29/07/2008
Pechino prima delle Olimpiadi, sforzo finale contro inquinamento e petizioni
21/07/2008
Le continue e “normali” proteste cinesi, “peggio che a Londra”
13/08/2011
Migranti in rivolta: proteste nel Zhejiang, arresti nel Guizhou
14/07/2008
Autrice di petizioni muore volando giù da un ponte a Pechino
17/07/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”