22/03/2006, 00.00
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Carcere in Malaysia per i non musulmani che criticano l'Islam

L'annuncia il ministro della giustizia, in risposta alle critiche contro la legge sulla famiglia che consente al musulmano di avere più mogli e tenersi i loro beni dopo il divorzio, contestata anche dalle figlie del primo ministro e del suo predecessore.

Kuala Lumpur (AsiaNews) – Rischiano il carcere o pesanti multe i non-musulmani che, in Malaysia criticano l'Islam, in quanto sarà loro applicata la legge anti-sedizione. La minaccia è stata annunciata da Mohamed Nazri Abdul Aziz, ministro della Giustizia, ed è contenuta in una dichiarazione resa ieri, 21 marzo, al  quotidiano The Star, in risposta ad articoli apparsi sui media nazionali a proposito della nuova legislazione familiare, "sentiti come un attacco alla religione". Entrata in vigore lo scorso anno, la nuovo legge sulla famiglia, tra l'altro, ammette la poligamia per i musulmani ed afferma il diritto dei mariti di tenersi i beni delle mogli dopo il divorzio.

Oggetto di critiche anche da parte delle figlie del primo ministro Abdullah Badawi, Nori, e del suo predecessore Mahathir Mohamad, Marina,  che ha parlato di "ingiustizia contro le donne, in nome dell'Islam", la legge è difesa dal ministro, secondo il quale le leggi anti-sedizione "possono essere applicate a questi casi". "Non ci penseremo due volte – ha sottolineato – prima di trattare come sedizioso anti-nazionalista chi parla contro l'Islam". Aziz ha aggiunto di essere "molto preoccupato" per gli articoli scritti sull'Islam da non-musulmani: "Vi è un limite a cosa si può dire, in una nazione a maggioranza islamica. Voglio ricordare con forza a chi non fa parte dell'Islam che si deve frenare, prima di parlare di cose che non si conoscono". "Non vogliamo – ha aggiunto - violare i vostri diritti, ma la religione è una cosa importante, specialmente per i musulmani".

Il Sediction Act, introdotto durante il dominio britannico, è usato per frenare le prese di posizione contro il governo, l'incitamento all'odio razziale, la messa in discussione dei diritti della maggioranza musulmana.

Marina Mahathir ha criticato il clima di paura che circonda il dibattito sull'Islam in Malysia, dove gli islamici "vivono a fianco di cinesi ed indiani", sottolineando che ormai è divenuto difficile per chiunque, tranne i musulmani con preparazione religiosa, parlare di Islam. Nori Abdullah Badawi, citata da Islamonline, ha affermato che ogni legge, passata nel nobile nome dell'Islam, deve essere coerente con i fondamentali principi della nostra fede di equità, libertà e soprattutto giustizia". "l'ingiustizia – ha aggiunto – sotto differenti forme e nomi, è stata compiuta nel nome dell'Islam".

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