26/11/2015, 00.00
MYANMAR - VATICANO
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Card Bo: Giubileo della Misericordia, per un futuro di pace e di prosperità in Myanmar

di Charles Maung Bo*
Nella lettera pastorale per l’Anno giubilare l’arcivescovo di Yangon ricorda che il Paese ha bisogno di “misericordia e compassione”. Alla Chiesa locale il compito di essere esempio e riferimento in una realtà di indifferenza, di odio e di violenza. Seguendo la Laudato Sì, mostrare misericordia per “un pianeta ferito”. Le linee guida tracciate a livello nazionale e di parrocchie.

Yangon (AsiaNews) – Il Myanmar, ferito da decenni di violenze, guerre e sopraffazioni ha bisogno oggi più che mai della misericordia e della compassione. Perché “la nostra nazione ha bisogno di guarire attraverso la misericordia” e “i cristiani devono guarire questa nazione attraverso la misericordia”. Ad affermarlo è il il card Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, primo porporato della storia del Myanmar, nella lettera pastorale rivolta ai fedeli a pochi giorni dall’inizio dell’Anno giubilare della Misericordia. Indetto da papa Francesco, esso si aprirà il prossimo 8 dicembre con celebrazioni non solo a Roma, ma in tutte le diocesi del mondo e nei principali santuari.
Ecco, di seguito, il testo integrale della lettera del card Bo, inviato per conoscenza ad AsiaNews:

"Beati i misericordiosiperché vedranno Dio" (Mt 5:7)

Miei cari fratelli e sorelle in Gesù Cristo, il misericordioso Salvatore,

mi rivolgo a voi tutti, mentre la Chiesa si prepara per l'Anno giubilare straordinario della Misericordia. Il nostro Santo Padre, sempre più profeta ed evangelizzatore del mondo moderno, ha annunciato questo anno di grazia all'insegna del tema: "Siate dunque misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso" (Luca 6:36). La proclamazione ufficiale di questo anno di grazia è chiamata Misericordiae Vultus (Il volto della misericordia). Gesù Cristo è il volto di Dio, il volto che ha portato nel mondo non la condanna, ma una parola di salvezza (Giovanni 3:16). Quando Gesù ha esortato i suoi discepoli "Andate e annunciate la Buona Novella" (Mt 28:18), egli ci invita a riflettere sul fatto che Gesù stesso è il volto della Misericordia che guarda a tutti i nostri fratelli e sorelle. Portare la Misericordia ad un mondo ferito, questo è il messaggio racchiuso in questo speciale anno giubilare.

Questo straordinario Anno giubilare della Misericordia si apre l’8 dicembre 2015 e si conclude il 20 novembre 2016. Esso cade in concomitanza con i 50 anni del Concilio Vaticano II, che ha portato un profondo rinnovamento nella vita della Chiesa. Un anno giubilare è un anno speciale di preghiera, per chiedere la benedizione di Dio e il suo perdono. Nella tradizione ebraica antica, l’Anno giubilare che si festeggiava ogni 50 anni aveva l’obiettivo di riportare l’uguaglianza fra tutti i figli di Israele, offrendo nuove opportunità alle famiglie che avevano perso le loro proprietà e persino la loro libertà personale. La Chiesa cattolica ha dato al giubileo ebraico una connotazione ancor più spirituale. Esso consiste in un perdono generale, un’indulgenza aperta a tutti, e la possibilità di rinnovare il rapporto di ciascuno con Dio e il proprio vicino. Seguendo le direttive del Vaticano II, siamo esortati a rendere la nostra Chiesa una Chiesa sempre più aperta, una Chiesa dell’accoglienza, una Chiesa che non condanna e non giudica, ma una Chiesa che sia faro di misericordia in un mare tempestoso di odio.

Oggi più che mai, il mondo ha bisogno della misericordia di ciascuno verso gli altri. Il mondo è colmo di odio e di sangue. Gli omicidi per vendetta, compiuti in nome della religione, sono in continuo aumento. Le guerre causano milioni di rifugiati. L’Europa stessa ha migliaia di rifugiati che chiedono cibo e alloggio. Nonostante tutte le buone notizie che giungono da fronte elettorale, anche il Myanmar ha un grande bisogno di misericordia e compassione. Mentre scrivo questa lettera pastorale, più di 100 povere persone sono state sepolte vive da una slavina che ha colpito una miniera di giada [nello Stato Kachin]. Dopo cinque decenni di guerre, sfollamenti, povertà e migrazione, il nostro Paese ha grande bisogno di misericordia. Misericordia verso quanti hanno sofferto e misericordia verso chi è stato causa di queste grandi sofferenze. La nostra nazione ha bisogno di guarire attraverso la misericordia. I cristiani devono guarire questa nazione attraverso la misericordia.

Il nostro pianeta è ferito. La misericordia per il nostro pianeta sanguinante è una necessità impellente. Con la sua grande enciclica sul clima, la “Laudato sì”, papa Francesco ha invocato misericordia e compassione per questo pianeta, la nostra casa comune. Siamo dunque chiamati a incorporare la misericordia su tre diversi livelli:

  • Cercare misericordia e perdono a livello personale
  • Proclamare misericordia e compassione per tutti, in special modo per i deboli, vulnerabili, perduti
  • Riconciliazione attraverso la misericordia per il nostro pianeta ferito.

Papa Francesco ci guida in tutto questo: “Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi”.(Misericordiae Vultus)

1-Cercare misericordia e perdono a livello personale: Tutti gli uomini commettono peccati. Ma la salvezza arriva solo per quanti credono nella misericordia divina. Giuda e Pietro hanno entrambi commesso peccati. Ma Giuda non ha creduto nella misericordia di Dio. Pietro, al contrario, ha creduto nella misericordia divina. Perché nessun peccato è così grande. “La misericordia sarà sempre più grande di qualsiasi peccato, e nessuno può mettere limiti all’amore di Dio che è sempre pronto a perdonare” (Papa Francesco). Cristo è il buon pastore, alla ricerca di tutte le pecorelle smarrite.

Contando sulla misericordia di Dio, ciascuno di noi deve cercare la Misericordia e il perdono mediante il sacramento della confessione. Esso è il sacramento della Misericordia. Dobbiamo emendarci dai nostri peccati, soprattutto da quello di giudicare gli altri. Dobbiamo sviluppare l’attitudine della comprensione reciproca. Come ben sappiamo, i nostri fratelli e sorelle buddisti in Myanmar hanno due occhi per raggiungere la pienezza spirituale: la Misericordia e la Compassione (Mitta and Karuna). Metta Bhavana è un modo per sviluppare un atteggiamento di amore verso tutti. Abbiamo bisogno di grazia. San Paolo afferma: Egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua Misericordia (Tito 3:5). In quest’anno giubilare, il nostro atteggiamento deve essere all’insegna della tenerezza, del perdono verso quanti vivono con noi. Rinnovando noi stessi nello spirito, siamo pronti a riflettere il Dio della Misericordia nelle nostre vite. “Beati i Misericordiosi, perché troveranno misericordia”. (Matteo 5:7)

2-A livello nazionale e di parrocchie: “Quanto desidero che tutti i luoghi in cui è presente la Chiesa, in special modo le nostre parrocchie e comunità, possano diventare isole della misericordia nel mezzo del mare dell’indifferenza!” (Messaggio di Quaresima 2015). Mentre un manipolo di uomini perpetra odio, sangue e malvagità nel mondo di oggi, le brave persone devono portare una cultura della misericordia nel mondo.

La cultura dell’indifferenza è stata nutrita per almeno 60 anni in Myanmar. Quanta della nostra gente è divenuta vittima di questa indifferenza? In una nazione in cui vi è grande ricchezza, vi sono milioni di poveri, milioni di sfollati, milioni di persone che hanno lasciato il Paese. La Giustizia, sorella della Misericordia, è stata mutilata. Oggi il Myanmar si trova sulla soglia della speranza. Cerchiamo Misericordia, perdono e riconciliazione anche con gli uomini più cattivi, autori di questi crimini. Come Gesù, che ha accolto la donna adultera e il pubblicano Zaccheo, anche noi dobbiamo contribuire alla riconciliazione nazionale. Dobbiamo andare incontro ai nostri uomini e alle nostre donne: i poveri, i monaci, i militari e quanti ci comandano.

Alcuni suggerimenti per operare nel solco della Misericordia in Myanmar

Identificare e incontrare le vittime dei disastri provocati dall’uomo: guerra, povertà e oppressione, visitare e portare il messaggio di misericordia ai rifugiati, ai poveri e a quanti sono in prigione. Aprire le porte alla Misericordia di Cristo, attraverso un servizio regolare rivolto a queste persone.

Identificare le vittime dell’indifferenza: anziani, persone con disabilità, persone senza aiuto, persone malate e sole, dando loro il conforto della misericordia.

Identificare le vittime della crudeltà umana ai danni di uomini e donne: persone che vivono in aree di guerra, sfollati interni, diocesi in cui è alto il traffico e consumo di droga, traffico di vite umane, presenza di miniere.

Identificare le vittime dell’indifferenza spirituale: quanti non accedono ai sacramenti della confessione, i cattolici non praticanti, i luoghi di cura in cui i pazienti aspettano per un sollievo spirituale, le aree che non sono coperte dall’evangelizzazione, gli evangelizzatori che diventano evangelizzati.

3-Misericordia per un pianeta ferito: L’enciclica Laudato Sì amplifica le profonde ferite causate alla natura attraverso l’avidità. I poveri aspettano giustizia per l’ambiente. Il Myanmar sta perdendo la sua grande biodiversità a vantaggio della leadership e della sua cricca. Questa terra appartiene a noi tutti. Uniamo le mani con i nostri fratelli e sorelle nella protezione della natura, mostrando misericordia mettendo in luce l’avidità che distrugge un benessere che appartiene a tutti noi. La Chiesa diffonderà la consapevolezza sui temi ambientali e l’attivismo fra i suoi membri, per mostrare misericordia a una terra mutilata.

Il prossimo 8 dicembre a Roma si apriranno le porte del Giubileo. Altre importanti chiese nel mondo apriranno le loro porte, a testimonianza che la chiesa è un luogo di accoglienza, non una chiesa di condanna. Cristo è la porta che ci conduce al padre. Cristo ci aspetta sulla soglia della porta del nostro cuore ogni giorno, per portare Misericordia a tutti noi. “Ascolta! Sono qui davanti alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, entrerò nella sua casa e pranzerò con loro, e loro mangeranno con me” (Rivelazione 3:30). Accogliere Gesù attraverso gesti di misericordia è la porta che conduce al mondo.

La Grazia è un dono di Dio, anche se non ce lo meritiamo; la Misericordia è il perdono dato quando meritiamo di essere puniti per le nostre trasgressioni. Cristo ha impartito il comandamento più grande: “Amate gli altri come amate voi stessi”. Mentre il Myanmar, dopo le elezioni, guarda a una nuova nazione basata sulla giustizia, la pace, e lo sviluppo umano, noi cristiani rinnoviamo la nostra via spirituale attraverso la misericordia, e contribuiamo a costruire una nazione diventando messaggeri di pace per questo Paese, che tanto ha sofferto per molti decenni.

* Cardinale arcivescovo di Yangon

 

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