22/09/2014, 00.00
INDIA
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Card. Gracias: I leader di tutte le religioni lavorino per il popolo indiano

di Nirmala Carvalho
L'arcivescovo di Mumbai è intervenuto al "Meeting of Diverse Spiritual Traditions in India", organizzato a New Delhi dal Dalai Lama (20-21 settembre). Egli ha ricordato la visita di papa Francesco a Redipuglia. Leader del buddismo tibetano: "India modello illustre di armonia religiosa da oltre 1000 anni".

Mumbai (AsiaNews) - "Noi leader religiosi dobbiamo lavorare insieme al servizio dell'umanità, per la crescita della nazione. Dimentichiamo le nostre divisioni. Abbiamo così tanto in comune, che è necessario andare in cerca del bene". È l'invito lanciato dal card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, a rappresentanti di nove diverse tradizioni religiose e spirituali, intervenuti al convegno Meeting of Diverse Spiritual Traditions in India, che si è chiuso ieri a New Delhi.

Organizzata dal Dalai Lama, leader del buddismo tibetano, alla due giorni (20-21 settembre) hanno partecipato le guide spirituali delle tre grandi correnti dell'induismo - shivaismo, vaishnavismo, shaktismo -, oltre che cristiani, buddisti, musulmani, ebrei, zoroastriani, bahai, sikh e giainisti.

"Nella sua visita a Redipuglia - ha spiegato il card. Gracias - papa Francesco ha indicato tre questioni urgenti: la violenza e la guerra; la povertà e la necessità  di una giustizia economica e della solidarietà umana come dimensione necessaria della dignità umana; l'ambiente e il cambiamento climatico. Queste problematiche sono in crescita per colpa del nostro egoismo e della mancanza di valori interiori. Come fratelli e sorelle, dobbiamo portare pace, successo e valori per tutti. Dobbiamo dimenticare la violenza, perché essa non porta né pace, né gioia".

In apertura del convegno, il Dalai Lama ha presentato l'India come "un modello illustre di armonia religiosa e valori umani e l'unico Paese dove tutte le principali religioni convivono da oltre 1000 anni". Dal momento che "i conflitti nel mondo sono creati dalle persone stesse" e che "qualsiasi omicidio compiuto in nome della fede è da condannare", i leader spirituali e religiosi "devono andare al di là dei dogmi e dialogare con le persone".

 

 

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