02/12/2005, 00.00
VATICANO - RUSSIA
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Card. Martino: un bilancio ottimista della visita a Mosca

di Victor Khroul

Il presidente del Pontificio consiglio di Giustizia e pace parla dei progressi nei rapporti con la Chiesa ortodossa e auspica risultati "reali e concreti"; con il patriarcato di Mosca più vicini su integrazione europea, necessità di riscoprire le comuni radici cristiane e affrontare i processi di secolarizzazione attuali. Il cardinale invita i cattolici a "incarnare" nella vita quotidiana la dottrina sociale della Chiesa.

Mosca (AsiaNews) - Un invito a testimoniare con azioni concrete i valori espressi nella dottrina sociale della Chiesa in Russia, dove si è ormai aperta una "nuova e lunga fase di cammino comune" con gli ortodossi; questo è quanto emerge dall'intervista rilasciata dal card. Renato Martino, presidente del pontificio Consiglio di giustizia e pace, al settimanale cattolico russo, Svet Evangelija, prima di partire per Roma. Il cardinale termina oggi la sua prima visita in Russia, i cui risultati egli ha definito "molto positivi". Martino era arrivato il 27 novembre scorso, su invito dell'arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, mons. Tadeusz Kondrusiewicz; lo scopo era presentare il Compendio della dottrina sociale della Chiesa, pubblicato lo scorso anno e di cui esiste già la traduzione in russo.

Sul significato della dottrina sociale come strumento e ispirazione per affrontare problemi e sfide della società contemporanea, il card. Martino ha sottolineato l'importanza che ai principi corrisponda una testimonianza quotidiana attenta al contesto in cui si colloca. "La situazione odierna è caratterizzata da un crescente bisogno di testimonianza cristiana con la propria vita, e non solo attraverso parole e gesti clamorosi". "A questo proposito - continua - vorrei osservare che la dottrina della Chiesa, anche rispetto alla sfera sociale, trova tanto più risonanza, quanto più si incarna nella vita delle singole Chiese locali, delle comunita parrocchiali, delle organizzazioni caritative... è sempre stato così, fin dagli inizi della Chiesa, e la nostra epoca non fa eccezione".

L'inviato vaticano si dice ottimista su una possibile comune testimonianza con la Chiesa ortodossa, . "Chi è tutto proteso agli ideali della carità, dell'amore fraterno, chi esercita le virtu della pazienza e dell'umilta, prima o poi 'sarà compreso dal proprio fratello'". Il cardinale ricorda la "promessa del Salvatore": "Dove due o tre si riuniranno in nome mio, io sarò in mezzo a loro".

Il 30 novembre il card. Martino ha avuto un colloquio con il metropolita Kirill, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca. Secondo il porporato, dal punto di vista delle prospettive di una fattiva collaborazione con la Chiesa ortodossa, l'incontro è stato "abbastanza fecondo". "Abbiamo discusso vari problemi riguardanti l'integrazione europea, la necessità di riscoprire le comuni radici cristiane, i processi di secolarizzazione attuali - racconta - trovando una profonda sintonia e programmando delle iniziative concrete, da realizzarsi in comune".

Il cardinale spiega che "bisogna pensare a forme di lavoro comune, che possano essere non solo accettabili, ma anche auspicabili per entrambe le parti. Qui è possibile scegliere dinamicamente tra molte varianti, che siano applicabili alla situazione russa, e che quindi nella maggior parte dei casi vanno valutate proprio qui, in loco". E aggiunge: "Esiste anche un altro livello del problema, la comune testimonianza che possiamo rendere, ad esempio, nel contesto europeo. Sebbene questi livelli siano collegati in modo abbastanza stretto fra loro, non vanno confusi, se vogliamo raggiungere risultati reali e concreti, e non limitarci soltanto a pie dichiarazioni".

Secondo il cardinale siamo all'inizio di "una nuova e lunga fase di cammino comune", ma non si deve pretendere troppo: "Dopo un lungo periodo di incresciose incomprensioni (di cui generalmente è sempre sbagliato accusare solo ed esclusivamente una parte), ci troviamo all'inizio di una fase di collaborazione più fruttuosa soprattutto nelle sfere delle attività sociali. Man mano che si cammina, la strada si fa piu chiara".

"Mi sembra - evidenzia il card. Martino - che il primo e più importante risultato consista nel fatto che sia stato espresso vicendevolmente un interessamento a percorrere insieme una strada comune. Anche adesso sta progressivamente chiarendosi che siamo in movimento, e che insieme siamo in grado di raggiungere risultati migliori che non se restiamo isolati".

Esistono comunque già alcuni esempi di buona collaborazione tra i cristiani in terra russa. Il porporato cita il Consiglio caritativo interconfessionale esistente a San Pietroburgo, che da oltre 10 anni riunisce rappresentanti delle comunita ortodossa, cattolica e protestante della città.

Il Presidente del Consiglio di Giustizia e Pace conclude con l'augurio alla comunità cattolica russa che il tempo di preparazione allo "stupefacente e gioioso evento" del Natale "porti molto frutto spirituale" e ribadisce che il Papa "riserva un'attenzione primaria ai temi della riconciliazione e della cooperazione cristiana nel proprio ministero di Primate della Chiesa cattolica".

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