12/06/2006, 00.00
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Card. Sfeir: il Libano vive profonde divisioni e i responsabili pensano solo ai loro affari

Concluso il Sinodo maronita con la partecipazione di 41 vescovi di tutto il mondo. Incontro del patriarca con il vicepresidente dell'Alto consiglio sciita.

Beirut (AsiaNews) - In un momento nel quale il Libano sta vivendo "profonde divisioni", mentre, come ha detto il patriarca maronita Nasrallah Sfeir, "i responsabili sono interessati solo ai loro affari e indifferenti alle sofferenze della popolazione", si sono svolti a Bkerke i lavori del sinodo patriarcale dei vescovi maroniti. Una messa ha concluso ieri l'assemblea che ha visto la partecipazione di 41 vescovi maroniti, venuti da tutte le diocesi libanesi, dalle tre della Siria, da Cipro, Egitto, Sudan, le due americhe, l'Africa, l'Europa e l'Australia.

Il cardinale Sfeir ha anche messo in guardia contro "le visioni aggressive" che "mai possono essere elementi per la costruzione di un Paese fedele alla sua vocazione storica". In questo quadro, il card. Sfeir ha ricevuto il vicepresidente dell'Alto consiglio sciita, sheikh Abdel-Amir Qabalan, il quale, al termine dell'incontro, ha riferito di aver parlato del necessario impegno dei leader cristiani e musulmani per "rinnovare il Paese e porre fine alle tensioni". "Noi – ha aggiunto – come autorità religiose, dobbiamo assumere le nostre responsabilità. Se i politici coopereranno con noi, ciò sarà nel loro stesso interesse, in alternativa, la gente ascolterà noi e coopererà". Il religioso ha affermato che il patriarca "ha il potere di tenere uniti i gruppi cristiani, imporre dei limiti e mostrare loro i loro diritti e doveri".

Quanto al Sinodo, lo stesso patriarca annuncerà oggi le nuovi direttive della Chiesa maronita, che ne sono uscite. I lavori assembleari si sono conclusi con l'approvazione di 23 testi e la diffusione di un comunicato. Ognuno dei documenti approvati, che riguardano l'identità della Chiesa maronita, le sue strutture e i suoi rapporti con le differenti realtà umane (comprese, tra l'altro, la politica, l'educazione, la sanità, la terra) si conclude con delle proposte concrete. Significativamente il documento che, in sede di discussione generale, ha avuto il maggior numero di proposte e raccomandazioni è il documento sulla Chiesa e l'educazione.

Il Sinodo, isomma, ha dato occasione ai vescovi, ai sacerdoti ed alle elite della Chiesa maronita di prendere coscienza e fare il punto della situazione, comprese alcune nuove realtà, come la trasformazione della "emigrazione maronita" in "maroniti d'oltremare".

Nel comunicato finale, molto ampio, i vescovi esprimono la loro partecipazione alle sofferenze del loro popolo, chiedono alle parti interessate di proseguire la loro ricerca per una via giusta e degna della nobile storia del popolo libanese, ribadiscono la necessità di rispettare e difenderne l'identità storica, spirituale, cristiana ed hanno rivolto un appello contro le violenze che ci sono state negli ultimi anni ed anzi negli ultimi mesi. I vescovi hanno espresso la loro fede in Dio Onnipotente che non abbandonerà mai il suo popolo ed hanno indicato la via della conversione e del perdono come vie utili per salvare il paese dei cedri. Un'ultima richiesta è stata rivolta a tutte le forze vive del Paese, di offrire il loro contributo a favore della permanenza dei giovani in Libano.

Fonti ecclesiastiche hanno infine riferito dell'avvenuta elezione di due nuovi vescovi, dopo l'accettazione della rinuncia del vescovo maronita del Brasile, mons Youssef Mahfouz, e dell'arcivescovo maronita di Damasco, mons Raymond Eid. La scelta verrà ora comunicata alla Sede Apostolica, alla quale spetta di confermare gli eletti oppure designarne altri.

 

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