09/06/2015, 00.00
HONG KONG – CINA
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Card. Tong: Riforma elettorale, va sanato il ‘deficit democratico’ della proposta di Pechino

Il vescovo di Hong Kong commenta l’impasse in cui si trova la politica del Territorio, stretta fra le ingerenze cinesi e la necessità di trovare un compromesso per la riforma elettorale e il suffragio universale. Il presule chiarisce la posizione della diocesi – “senza democrazia non c’è giustizia” – e invita le parti in causa a un nuovo inizio “sostenuto dalle preghiere nostre e di tutti i fedeli cattolici”.

Hong Kong (AsiaNews) – Al processo di riforma elettorale in corso a Hong Kong “servono tre cose. Un nuovo atteggiamento da parte di tutti coloro che vi stanno prendendo parte, per vincere sfiducia e incomprensioni; una revisione del testo, che deve sanare il deficit democratico presente nel pacchetto presentato dal governo; le preghiere dei nostri fedeli”. Lo scrive il vescovo del Territorio, card. John Tong Hon, nella Lettera pastorale pubblicata a commento dell’impasse in cui si trova l’ex colonia britannica.

La bozza di riforma elettorale per Hong Kong è stata presentata nell’agosto del 2014 dalla Commissione permanente dell’Assemblea nazionale del Popolo di Pechino ed è identica a quella ribadita dall’esecutivo del Territorio. In pratica, il governo centrale cinese vuole scremare gli sfidanti alla carica di capo dell’Esecutivo e “concede” al Territorio la possibilità di scegliere fra due o tre candidati vagliati da una commissione elettorale composta da membri vicini alla Cina.

Dopo il pronunciamento cinese, decine di migliaia di persone hanno deciso di aderire al movimento pacifico “Occupy Central with Peace and Love”, che per mesi ha tenuto in scacco il governo locale chiedendo una vera riforma in senso democratico.

Ora si è arrivato a un punto di stallo. Per essere approvata, la proposta necessita anche di alcuni voti del blocco democratico, che ha già annunciato di voler mettere il veto. Se invece viene respinta non è chiaro cosa accadrà: di certo il voto del Capo dell’Esecutivo del 2017 si svolgerà con le modalità attuali, ovvero attraverso l’elezione di una maxi commissione che poi voterà il candidato.

Il benessere della nostra società, scrive il presule, “include tutte le cose che contribuiscono allo sviluppo umano integrale e al bene comune. Siano materiali o spirituali”. Bisogna tenere conto di questo, aggiunge, “davanti alla crescente preoccupazione per il pacchetto di riforme e per l’attuale impasse in cui ci troviamo. Le ansie della comunità sono aggravate da altre questioni sociali che la diocesi ha già, più di una volta, identificate come urgenti”.

Il cardinale individua nella preghiera la prima risposta della comunità cattolica – “mai sottovalutare il potere della preghiera!” – e subito dopo pone degli interrogativi: “La diocesi crede che attraverso un dialogo onesto e un’azione responsabile sia possibile implementare anche in Hong Kong un modello elettorale genuinamente democratico, attraverso il quale si possa andare oltre questo stallo, promuovere il bene comune e approfondire l’amore della popolazione di Hong Kong e della nazione”.

In linea con i valori del Vangelo, scrive ancora il card. Tong, “la diocesi ha affermato in più occasioni che la giustizia non si può ottenere con il confronto sterile o la violenza, ma attraverso il dialogo e la concertazione, sforzi pacifici da parte di tutti i lati coinvolti. Allo stesso tempo, la diocesi ritiene che non possa esistere una pace vera e durevole e la stabilità della società senza la giustizia. Quindi parlando di riforme elettorali, la diocesi rende chiaro che lo scopo ultimo del suffragio universale, come indicato dalla Basic Law, non possa realizzarsi senza, fra le altre cose, che le procedure adottate siano genuinamente democratiche. Non dovrebbero esserci irragionevoli o ingiuste restrizioni nella scelta dei candidati”.

Ecco perché, conclude il cardinale, la diocesi “vorrebbe avanzare tre raccomandazioni. Primo, che tutti coloro che sono impegnati in questa operazione lavorino insieme fornendo incoraggiamento positivo, respingendo le posizioni polarizzate che hanno portato fra le altre cause incomprensioni, rappresentazioni sbagliate e sfiducia. Secondo, che si faccia uno sforzo concertato per rimediare al deficit democratico e alle altre mancanze del pacchetto di riforme presentato. Terzo, che i nostri fedeli continuino a pregare e sostengano ogni sforzo per trovare soluzioni costituzionali e giuste dal punto di vista morale”. 

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