03/06/2008, 00.00
CINA
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Cardinal Zen: dopo il terremoto il governo si sta “aprendo di più” al mondo

Continua l’emergenza quotidiana. Pronto il canale per drenare il lago Tangjishan, si esclude il rischio epidemie e si riorganizza la vita nelle “tendopoli”. Le proteste per le scuole crollate. Ma il governo mostra una inusuale apertura agli aiuti esteri e attenzione alla salvezza di ogni vita.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Continua l’emergenza “quotidiana” del dopo-terremoto. E’ stato completato il canale (lungo 475 metri, largo 10 e profondo 13) per drenare l’acqua del lago Tangjiashan creato dal sisma, 200 milioni di metri cubi: si inizierà fra due giorni quando l’acqua raggiungerà l’imbocco del canale. Non cade più la pioggia e la situazione appare sotto controllo, anche se 1,1 milioni di persone che abitano a valle a Mianyang sono sempre pronte a fuggire in ogni momento.

Oggi circa 10mila soldati hanno proseguito le ricerche, nella zona montuosa intorno a Yingxiu,  dell’elicottero di soccorso precipitato il 31 maggio con 19 persone a bordo (5 soldati e 14 sopravvissuti), quasi una dimostrazione che si vuole salvare ogni vita.

Intanto le vittime sono state cremate o sepolte, eliminando una possibile causa di epidemie. Team medici sono attivi nelle zone colpite, disinfettano le tendopoli e istruiscono gli sfollati, e ieri il ministro per la Salute ha confermato che non ci sono epidemie, specie grazie all’opera dei soldati per riaprire strade, piantare tende, portare viveri e acqua.

In molte zone la gente si sta abituando a vivere nelle “tendopoli” blu del governo, spesso installate non lontano dalle macerie. Hanno servizi igienici e bagni e nella contea di Anxian in una tenda è sorta una piccola farmacia, un’altra è una “libreria” con libri donati e decorata coi disegni dei bambini. In un’altra c’è un generatore dove è possibile ricaricare i telefoni cellulari. Gli sfollati hanno cibo e vestiti, ma si chiedono come sarà il futuro: molti hanno perso tutto. A Yingxiu l’esercito sta facendo crollare con la dinamite le case pericolanti.

La devastazione è stata tale che l’esercito ancora non ha raggiunto tutti i luoghi rimasti isolati. Oggi gli aiuti hanno raggiunto anche il piccolo villaggio di Da’an, in una zona montuosa.

Non si placa l’ira di chi ha perso il figlio per il crollo della scuola. A Wufu quasi tutti gli edifici sono rimasti in piedi, ma la scuola elementare è crollata sopra 129 scolari. I genitori oggi, come ogni giorno, sono presso le rovine, molti con fotografie dei figli, in una veglia silenziosa per chiedere che sia punito chi ha mal costruito la scuola. Lo stesso avviene a Juyuan, a Hanwang, a Mianzhu e altrove, davanti a tante scuole crollate. Nessuno lo impedisce, anche se nel Paese sono vietate le riunioni pubbliche. Ieri migliaia di genitori hanno passato così il Giorno del bambino, nel quale c’è vacanza e in tutto il Paese le famiglie festeggiano i bambini.

Ma dal dopo-terremoto nascono anche speranze per il futuro, come ha osservato ieri notte il cardinale di Hong Kong Joseph Zen Ze-kiun, durante una messa dedicata alle vittime. “Il governo – ha detto – ha accettato aiuti da altri Paesi. Ha anche permesso ai media stranieri di riportare la situazione del Sichuan. Questo mostra una maggior apertura”. Pechino in precedenza ha sempre rifiutato aiuti e considera i disastri naturali quali un “segreto di Stato” che non può essere riportato senza autorizzazione. (PB)

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