18/04/2017, 12.21
MYANMAR
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Cardinale birmano: a Pasqua rimuovere le pietre della divisione, del conflitto, dell’ingiustizia

di Card. Charles Maung Bo*

L’arcivescovo di Yangon si appella ai leader religiosi perché, uniti, superino gli interessi personali e infondano la speranza di resurrezione. Rimuovere le ingiustizie sul piano economico e sociale. Fare in modo che tutti “possano godere appieno della cittadinanza”. Superare i conflitti negli Stati Rakhine e Kachin. 

 

Yangon (AsiaNews) - Il Myanmar deve “rimuovere” le pietre della divisione, dell’odio, del conflitto, della disuguaglianza, per far nascere una “società più giusta”. È quanto ha affermato il card Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, in Myanmar, nel messaggio per la Pasqua indirizzato ai fedeli e a tutta la nazione. Egli ha richiamato i leader religiosi - cattolici, protestanti, buddisti, che sono la grande maggioranza nel Paese - a “elevarsi sopra gli interessi personali e portare la speranza della resurrezione”. 

“Molti di noi - aggiunge  il porporato - vivono un Venerdì Santo perenne, che conosce solo la sofferenza. Molta della nostra gente è sepolta da grandi problemi che sembrano una tomba. Il Myanmar aspetta la resurrezione dal suo passato e ha bisogno di vivere nella pace (Shalom) della Pasqua, una pace interiore, nelle famiglie, fra comunità”. 

Ecco, di seguito, il messaggio di Pasqua integrale del card. Bo. Traduzione a cura di AsiaNews.

Buona Pasqua! Spero sia un fiume in piena che trabocca nel cuore dell’uomo. Dopo 40 giorni di Quaresima, una nuova alba sorge nelle nostre vite. Cristo è risorto, Alleluia! La vigilia di Pasqua ci ha ricordato come la luce disperde il buio che alberga dentro e fuori le nostre vite. Auguro a tutti voi che il buio del peccato, dell’egoismo, del conflitto, della povertà e della sofferenza umana possano essere spazzate via dal grande mistero della Resurrezione. Con san Paolo, oggi riaffermiamo con forza che la Resurrezione è l’evento centrale della nostra fede. 

Auguro a ciascuno di voi la gioia provata dalle donne quando hanno incontrato gli angeli nel sepolcro, la gioia quando hanno visto la pietra rimossa e la tomba vuota. Le sofferenze di Cristo si sono trasformate in una grande felicità. Come racconta p. Timothy Radcliff, Op: “La resurrezione - afferma - ha cambiato il modo in cui noi percepiamo Dio, e a come guardiamo l’uno all’altro. È Cristo risorto che si pone di fronte a voi, cari fratelli e sorelle, pronunciando le celebri parole dette a Marta. ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà (Giovanni 11: 25)’. Assieme a Pietro, oggi tutti noi proclamiamo che ‘Non da oro e argento siamo salvati, ma dal sangue dell’Agnello’. Il cristianesimo non è solo la via della Croce. Il cristianesimo è anche il monte della speranza. La Pasqua ci ha posto sulla cima del monte della speranza. Celebriamo oggi il Dio che è speranza. La Chiesa delle origini aveva solo una festa: la Pasqua, e i cristiani la celebravano per ben 40 giorni. 

Pasqua come tempo di nutrimento spirituale: Le letture della vigilia di Pasqua sono fonte di grande nutrimento spirituale: Concludiamo i 40 giorni di Quaresima, e ci apprestiamo a celebrare 40 giorni di gioia per la resurrezione, fino a che Gesù ascenderà al cielo. Questi 40 giorni equivalgono ai 34 giorni di cui leggiamo nella Bibbia. Questi 34 giorni dovrebbero essere fonte di guida spirituale per le nostre vite:

- Esodo: Il libro dell’Esodo parla di Dio che guida gli Ebrei, oppressi dai re d’Egitto. Mosè li ha condotti attraverso il deserto per 40 giorni, prima che potessero raggiungere la Terra Promessa. Anche nelle nostre vite incontriamo diversi tipi di deserto: il deserto del peccato, il deserto dell’odio, il deserto della povertà, il deserto dell’oppressione, il deserto della disperazione. Papa Benedetto ha parlato di “deserti interiori”. Tutti noi passiamo attraverso l’esperienza del deserto dell’abbandono e della prolungata sofferenza. Auguriamoci che questa Pasqua possa portare a ciascuno di noi la speranza che è Dio, il quale ha detto a Mosè che egli sarebbe rimasto con noi; che ci benedica in questo giorno e che sia di accompagnamento per tutta la nostra vita. 

- Gesù nel deserto: Cristo nel deserto. Egli è soggetto a tentazioni. Egli ha avuto bisogno di 40 giorni per combattere il male. Il diavolo cerca di corrompere Gesù spingendolo a essere egoista e a non adempiere alla sua missione. Siamo tentati e spesso ci troviamo nel deserto della tentazione nelle nostre vite: nel peccato, nell’egoismo e nella ricerca del potere e della ricchezza. La resurrezione sembra dire a ciascuno di noi: Cristo è abbastanza. I discepoli sono stati arricchiti non con oro e argento, ma con il potere che deriva dal Dio vivente. 

- Gesù risorto con i discepoli: Dopo la resurrezione, Gesù ha trascorso 40 giorni con i suoi discepoli per incoraggiarli. Durante il suo ministero i discepoli hanno camminato di fianco a lui, assistito ai suoi miracoli e ascoltato la Buona Novella. Ma quando sono sopraggiunte le difficoltà, essi sono fuggiti e hanno fatto fatica a credere al suo ministero. Anche noi ci troviamo spesso in una situazione analoga. Cristo è il centro delle nostre vite, ma quando sorgono delle difficoltà siamo portati a dubitare. La resurrezione è una rassicurazione, ci dice che il Cristo vivente non ci abbandonerà mai. I discepoli hanno abbandonato ogni paura, proclamando la Buona Novella a tutti noi. Il Cristo risorto è la speranza. Per quanti di noi sono sepolti dalle sofferenze, la resurrezione è un evento che è fonte di incoraggiamento. Alleluia!

Il messaggio di Pasqua per la nostra terra

Qual è il messaggio di Pasqua per la nostra terra, il Myanmar? Sono accadute così tante cose belle negli ultimi cinque anni. Come alla resurrezione di Cristo hanno assistito delle donne, il suo messaggio di speranza è stato diffuso ai discepoli attraverso le donne, così questo Paese è uscito da lunghi anni di buio grazie all’intervento di una donna. La pietra del Sepolcro è stata rimossa da una donna. E dalla tomba dell’oppressione, la nostra nazione ha visto la speranza della resurrezione. 

Shalom, la pace della resurrezione

Tuttavia, il messaggi di Resurrezione non ha raggiunto tutti. Vi è ancora una guerra in corso, vi sono conflitti e sfollati negli Stati Rakhine, Kachin, con migliaia di rifugiati. 

Il Cristo risorto ci ha portato un grande messaggio: Shalom! Prego con l’espressione Shalom, la stessa che Cristo ha usato per salutare i suoi discepoli dopo la resurrezione. La pace sia con voi (Luca 24: 36-38), questa è davvero una grande parola, usata da Cristo dopo la resurrezione. Shalom significa pace, prosperità, armonia, gioia. 

Di recente ho visitato gli Stati Kachin e Rakhine. Il conflitto cronico che affligge queste aree ha colpito in particolare i poveri. L’estrema povertà spinge i più giovani a migrare. Droghe e traffico di vite umane imperano. Il nostro popolo è sepolto nella tomba della povertà. Il nostro popolo è sepolto nella tomba della disperazione. Pasqua è tempo per rimuovere la pietra che fa morire la nostra gente. Bisogna portare la pace nella nostra terra, fare in modo che “Shalom” scorra sulle montagne e nelle vallate del Myanmar. 

Il Myanmar ha bisogno di Shalom. Molte migliaia di persone sono afflitte dalla croce della povertà; molti di noi vivono un Venerdì Santo perenne, che conosce solo la sofferenza. Molta della nostra gente è sepolta da grandi problemi che sembrano una tomba. Il Myanmar aspetta la resurrezione dal suo passato e ha bisogno di vivere nella pace della Pasqua, una pace interiore, nelle famiglie, fra comunità. 

Rimuovere le pietre delle varie tombe del Myanmar

Marco nel suo Vangelo parla dell’ansia delle donne che si erano recate in visita alla tomba di Gesù. La tomba era stata sigillata da un enorme masso. Per vedere Gesù e ungere il suo corpo le donne avevano bisogno di qualcuno che rimuovesse la grande pietra. Le donne si chiedevano fra loro: “Chi rimuoverà la pietra per noi? Ma con loro grande sorpresa, la pietra era già stata rimossa e hanno trovato un giovane all’interno. ‘Cristo è andato in Galilea’, dalla morte alla vita, dalla disperazione alla vittoria sulla morte”. 

Sì. Il Myanmar un tempo era crocefisso. Il nostro popolo era chiamato il popolo del Venerdì Santo, Molti pensavano che non vi fosse resurrezione. Ma il Paese ha “rimosso” alcune tombe. Tuttavia, ne dobbiamo spostare molte altre ancora. 

Chi potrà rimuovere la pietra a nome del popolo del Myanmar, di modo che possa incontrare il Cristo della pace e dell’armonia?

La Chiesa in Myanmar lavora con tutte le persone del Paese per rimuovere pietre pesanti e fare in modo che la speranza nella resurrezione diventi realtà. Vi sono molte altre pietre che vanno rimosse per muoverci in direzione della Buona Novella!

- Rimuovere tutte le pietre del conflitto e muoverci in direzione della pace: Questo Paese è seppellito da guerre, conflitti e sfollati. Sono milioni le persone interessate. La pace è possibile. Quest’anno stiamo organizzando una conferenza di pace nazionale. Invitiamo tutti i leader di questo Paese, l’esercito e i gruppi armati a deporre le armi del conflitto. Facciamo in modo che la pace possa risorgere. 

Rimuovere le pietre dell’odio e muoverci in direzione della casa dell’amore: Quanti diffondono odio continuano ad avvelenare la mente del nostro popolo. Queste persone hanno portato dolore agli innocenti e una cattiva fama al nostro Paese. Invitiamo tutti, in particolar modo i leader religiosi, a rimuovere le pietre dell’odio e muoversi in direzione dell’amore. 

Rimuovere le pietre della divisione e muoversi in direzione dell’unità: Siamo una nazione arcobaleno. Ma quanti pensano di distruggere la diversità della nazione sono essi stessi la causa diretta del conflitto e della guerra. Chiediamo dunque di rimuovere la tomba della discriminazione e della minaccia, perché tutti possano godere appieno della cittadinanza di questo Paese. Facciamo in modo che a risorgere sia l’uguaglianza. 

Rimuovere le pietre che impediscono lo sviluppo della gente: Questo Paese ha bisogno di sviluppo, di educazione, di buona salute e di vita. Politiche errate hanno sepolto i nostri giovani nela tomba della disperazione. Preghiamo le autorità perché rimuovano tutte le tombe che impediscono ai nostri giovani il pieno sviluppo. Facciamo in modo che la vita dei nostri giovani possa risorgere attraverso l’educazione e lo sviluppo. Facciamo in modo che ci si muova verso la costruzione di un popolo. 

Rimuovere le pietre dell’ingiustizia e muoverci in direzione di una società giusta: Papa Francesco ha attaccato una economia che, di fatto, esclude i poveri. L’economia non è al servizio dei poveri, ma usa i poveri per se stessa ha detto il pontefice. La condizione economica del nostro popolo continua a provocare sconcerto con oltre il 40% delle persone estremamente povere. Una nazione ricca annovera al suo interno il popolo più povero di tutta l’Asia. Nella stagione pasquale, preghiamo perché questa nazione possa rimuovere le pietre dell’ingiustizia sul piano economico, che non permettono ai deboli e ai vulnerabili di beneficiare della giustizia. La resurrezione del Myanmar si fonda sulla sua capacità di diventare una società giusta.

La missione affidata ai religiosi in Myanmar: Cristo ha affidato la propria missione nelle mani dei suoi discepoli dopo la sua resurrezione. La sua opera al servizio del Regno dei cieli è stata affidata ai suoi discepoli, dal momento in cui la forza della resurrezione li ha resi vigorosi. Le persone senza potere e senza salute sono state i primi apostoli che hanno portato la speranza di un grande cambiamento nella storia del mondo.

Mentre celebriamo la Pasqua, invitiamo i leader religiosi di questo Paese ad elevarsi sopra gli interessi personali e portare la speranza della resurrezione. Siamo 16 diocesi, oltre 700 sacerdoti e 2mila religiosi. Facciamo appello a tutti i religiosi buddisti: ci sono circa 500mila monaci (quasi pari al numero di soldati dell’esercito) e 70mila monache buddiste.

Anche le Chiese protestanti hanno centinaia di pastori; le altre religioni hanno i loro capi religiosi.

Uniamoci per rimuovere tutte le pietre possenti della disperazione dalle nostre vite e portiamo la speranza della Pasqua a questa nazione.

*Arcivescovo di Yangon ed ex presidente della Conferenza episcopale del Myanmar 

 

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