26/03/2013, 00.00
VIETNAM – VATICANO
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Cardinale di Saigon: da Papa Francesco “speciale attenzione” alla Chiesa vietnamita

di J.B. Vu
Il card. Jean Baptist Phạm Minh Mẫn racconta i lavori del conclave e i due incontri con il nuovo pontefice. Il gesto del bacio “reciproco” dell’anello, segno che “è a conoscenza delle vicende” e delle difficoltà vissute dalla Chiesa locale. Il porporato lancia un invito alla missione per tutti i cattolici vietnamiti.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - "Entrambe le volte, quando ho baciato l'anello al Papa egli ha ricambiato il gesto baciando il mio di anello. Probabilmente è a conoscenza delle vicende vietnamite. E, in questo modo, ha voluto manifestare il suo apprezzamento alla Chiesa in Vietnam. Una Chiesa che ha avuto il coraggio di rimanere viva e di mostrare la propria fede, pur in momenti di profonda difficoltà". Così il card. Jean Baptist Phạm Minh Mẫn, arcivescovo di Ho Chi Minh City, uno dei 115 porporati elettori che hanno partecipato al recente conclave, racconta i due incontri in Vaticano con Papa Francesco del quale apprezza "l'umiltà, la semplicità, la modestia e la ricchezza di grazia: un pontefice davvero vicino a tutti noi".

Di rientro in Vietnam, il cardinale di Saigon ha dato inizio alle celebrazioni previste per la Settimana Santa. I fedeli di tutte le parrocchie hanno organizzato celebrazioni e preghiere con speciali intenzioni per Papa Francesco e la Chiesa locale. Tuttavia, il pensiero va al nuovo pontefice attorno al quale si stringe il popolo di Dio a sostegno nella sua missione.

"In un'epoca segnata dalla globalizzazione - ha ricordato il card. Phạm Minh Mẫn - il Papa non è italiano, né europeo. Egli è espressione evidente delle peculiarità che compongono la missione di San Pietro". Ecco perché non rappresenta una sorpresa il fatto che il collegio cardinalizio possa aver eletto "un Papa originario delle Americhe, dell'Asia o dell'Africa".

Per i fedeli ha rappresentato un momento emozionante e significativo il caloroso abbraccio fra il Papa argentino e il cardinale vietnamita, entrambi espressione di una Chiesa giovane e missionaria. E la scelta emersa nel conclave, racconta l'arcivescovo di Ho Chi Minh City, mostra che "non siamo stati influenzati dalle voci dell'opinione pubblica o da notizie provenienti dall'esterno". "Si respirava un'atmosfera gioiosa e tutti i cardinali erano soddisfatti della velocità" dei lavori. "Abbiamo visto - aggiunge - un Papa semplice e in armonia con tutti".

Nel colloquio personale con il pontefice, durante i due brevi incontri che hanno seguito l'elezione dell'ex arcivescovo di Buenos Aires al soglio petrino, vi è stato uno scambio di auguri, la promessa di "obbedienza" dal cardinale di Saigon e la promessa "di preghiere dei vietnamiti". "Il Papa ha replicato - sottolinea il card. Phạm Minh Mẫn - che pregherà per il Vietnam, per la Chiesa vietnamita. Infine, il Santo Padre ha baciato la mia mano". Un segno, a detta del porporato, che testimonia la vicinanza del pontefice, la conoscenza della realtà vietnamita e "le sue preoccupazioni per la situazione della Chiesa in Vietnam".

Infine un pensiero ai tre pontefici che il cardinale di Saigon ha incontrato nel servizio alla Chiesa del Vietnam: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Un ricordo speciale è legato al beato Papa Wojtyla, che ha elogiato la forza con cui ha saputo "diffondere l'amore di Cristo a tutti" nonostante le sofferenze e le persecuzioni subite negli anni più bui. "Giovanni Paolo II mi ha anche chiesto - conclude il cardinale - di non accogliere solo aiuti da nazioni europee ma, nel limite del possibile, essere attivi nella missione comune di evangelizzazione. Ad oggi molti ordini stranieri sono venuti in Vietnam per accogliere vocazioni giovani, da mettere al servizio di altri Paesi... Ed è bello vedere cattolici vietnamiti non solo al servizio della Chiesa locale, ma che si mettono a disposizione per servire Chiese in terra straniera". 

 

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