10/12/2014, 00.00
PAKISTAN - NORVEGIA
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Caritas Pakistan: Malala, fonte di orgoglio e ispirazione per tutto il Paese

Oggi a Oslo la cerimonia di consegna del premio, assegnato lo scorso ottobre. La giovane sogna una carriera in politica e di diventare Primo Ministro. Amjad Gulzar, direttore esecutivo Caritas Pakistan, sottolinea che “l’educazione” è la sola via per “cambiare” il Paese. Dalla Chiesa un rinnovato impegno nel settore dell’istruzione.

Islamabad (AsiaNews) - "Malala è diventata una fonte di ispirazione per le ragazze e i giovani in generale in Pakistan", in molte vogliono diventare "leader" come lei e "servire" il Paese "con lo stesso spirito", in particolare per l'impegno profuso "nel settore dell'educazione". È quanto riferisce ad AsiaNews Amjad Gulzar, direttore esecutivo di Caritas Pakistan, commentando la consegna - oggi è in programma la cerimonia ufficiale a Oslo - del Nobel per la pace a Malala Yousafzai. La 17enne attivista pakistana, di religione musulmana, lo scorso ottobre è stata insignita del riconoscimento, assieme all'omologo indiano Kailash Satyarthi, induista, in prima linea nella difesa per i diritti dei bambini. Personalità del mondo della politica, della società civile, ma anche giovani e semplici cittadini, racconta il responsabile Caritas, riconoscono "il servizio" svolto dalla giovane per il Pakistan. Si tratta di un "onore" per una nazione che, spesso, è nota per gli attacchi dei miliziani, "islamizzazioni" forzate, attacchi suicidi e la guerra aperta contro l'istruzione femminile. 

Malala Yousafzai - già vincitrice un anno fa del premio Sakharov - il 9 ottobre 2012 è rimasta vittima di un attentato talebano nella Swat Valley, area montagnosa della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, al confine con l'Afghanistan, roccaforte degli estremisti. È stata colpita mentre si trovava a bordo dello scuolabus che l'avrebbe accompagnata a casa, dopo le lezioni del mattino. La giovane, salvata grazie a una campagna di mobilitazione internazionale, era diventata famosa nel 2009 all'età di 11 anni, per aver tenuto un blog sul sito in lingua locale della Bbc in cui denunciava gli attacchi dei fondamentalisti islamici pakistani contro le ragazze e gli istituti scolastici femminili.

La frontiera nord-occidentale è una roccaforte dei talebani, in alcune aree vigono la Shariah e le Corti islamiche; centinaia le scuole - anche cristiane - chiuse nella sola Swat Valley, in pericolo l'istruzione di decine di migliaia di giovani e il lavoro di ottomila docenti donne. L'educazione delle nuove generazioni è una delle vie che il Pakistan deve percorrere per vincere povertà e garantire sviluppo, come ha sottolineato AsiaNews all'interno di uno speciale dedicato al tema dell'istruzione. Tra le poche realtà presenti, un gruppo di suore carmelitane singalesi; tuttavia, le religiose hanno dovuto chiudere dopo un anno e mezzo per le minacce dei fondamentalisti islamici.

In una intervista rilasciata alla vigilia della consegna del Nobel , la giovane ha dichiarato di voler intraprendere una carriera in politica. Dopo aver completato gli studi in Gran Bretagna, Malala - che non ha mancato di sottolineare l'assenza dei premier di Pakistan e India alla cerimonia - afferma di aspirare alla carica di Primo Ministro "per servire il mio Paese" e trasformarlo "in una nazione sviluppata" in cui ogni bambino "gode del diritto allo studio". La sua fonte di ispirazione è Benazir Bhutto, due volte premier e assassinata da estremisti islamici nel dicembre 2007.

Associazioni e movimenti giovanili pakistani - impegnati nel promuovere l'istruzione per tutti i bambini, disabili compresi, e in prima fila nella lotta al lavoro minorile - celebrano in queste ore la consegna del Nobel a Malala. Fra le molte voci vi è quella dell'attivista Sajiha Batool, secondo cui la giovane "ha reso orgoglioso tutto il Paese" e rilancia la speranza di una vera lotta a tutto campo "al terrorismo". "È una speranza e una ispirazione - aggiunge - per tutte le ragazze, le bambine, gli uomini e le donne".  Attraverso l'impegno diretto della Chiesa, il direttore esecutivo di Caritas Pakistan auspica l'apertura di scuole professionali e licei, fino alla nascita "di una vera e propria università cattolica". 

Interpellato da AsiaNews Amjad Gulzar sottolinea che l'educazione "è l'unico modo" per "cambiare" il Paese; un impegno che vede in prima fila, aggiunge, anche la Chiesa cattolica, secondo cui la scuola è il solo luogo in cui "si può generare crescita e sviluppo in Pakistan". I vescovi hanno promosso molte iniziative e campagne nel settore, "a tutti i livelli" e "ogni diocesi" ha una "apposita commissione" dedicata. Egli aggiunge che lo studio è "ancor più importante" per la minoranza cristiana, i cui membri solo impegnandosi fin da piccoli sui libri - come affermato da Malala - può trovare nuove occasioni di crescita, sviluppo e affermazione sociale. Infine, rivolgendo un ultimo pensiero all'Avvento e al Natale, egli riferisce che vi saranno "diverse celebrazione alle quali verranno invitati anche leader religiosi musulmani, politici e attivisti nel sociale". 

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