27/09/2019, 11.20
HONG KONG - CINA
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Carrie Lam e Hong Kong, un ‘dialogo’ senza frutto

di Paul Wang

Un incontro fra il capo dell’esecutivo e 130 persone del pubblico si è tenuto ieri sera al Queen Elizabeth Stadium a Wan Chai. Carrie Lam si è addossata molte responsabilità, ma non ha risposto alle “cinque domande” che il movimento continua a richiedere, prima fra tutte un’inchiesta indipendente sulle violenze della polizia. Si prepara un weekend di manifestazioni.

Hong Kong (AsiaNews) – La prima sessione di dialogo con la popolazione di Hong Kong, tenuta dal capo dell’esecutivo Carrie Lam, si è conclusa senza frutto al Queen Elizabeth Stadium a Wan Chai. Per cercare “una via d’uscita” alle tensioni che da oltre tre mesi affliggono il territorio, la Lam ha iniziato ieri sera una serie di incontri con la popolazione che “liberamente” può esprimere critiche e richieste. Ma l’insoddisfazione del pubblico ha superato i timidi passi del capo dell’esecutivo, che ha dovuto attendere 4 ore prima di poter lasciare lo stadio, circondato da migliaia di dimostranti che bloccavano le strade.

L’incontro di ieri si è tenuto alle 19 ed è proseguito per due ore e mezza. Su circa 20mila che avevano chiesto on-line di poter partecipare, il governo ne ha scelto 130. Per entrare allo Stadium hanno dovuto passare attraverso metal detector, con il divieto di portare con sé elmetti, ombrelli e altri strumenti di protesta. A qualcuno è stato permesso di portare una maschera sulla bocca.

Carrie Lam si è addossata molte responsabilità per aver causato la situazione incandescente della città, ma non ha fatto alcuna concessione sulle cinque domande che il movimento anti-estradizione continua a proclamare. Fra tutte vi è la richiesta di un’inchiesta indipendente sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia, a cui la Lam ha risposto ribadendo – come ha fatto altre volte – che

vi è già un Independent Police Complaints Council (Consiglio indipendente per i reclami contro la polizia) stabilito dal governo.

Dei 30 intervenuti – ognuno aveva tre minuti di parola – circa la metà ha sottolineato l’urgenza dell’inchiesta indipendente.

In compenso, la Lam ha promesso che il centro di detenzione di San Uk Ling, vicino al confine con la Cina, non verrà più usato. Molti arrestati hanno denunciato le condizioni di prigionia e l’atteggiamento violento dei poliziotti nei loro confronti.

Alla fine dell’incontro, molti partecipanti hanno cantato lo slogan “Cinque domande. Non una di meno”.

Intanto, Hong Kong si prepara a un nuovo week end di proteste. Il Civil Human Rights Front – che nei mesi scorsi ha proposto marce a cui hanno partecipato milioni di persone - ha ottenuto il permesso della polizia di tenere un raduno domani sera al Tamar Park, vicino al parlamento, per ricordare in quinto anniversario del movimento Occupy Central. Altre manifestazioni si attendono per domenica 29 settembre e per il 1° ottobre, festa nazionale della Cina, che quest’anno celebra i 70 anni della Repubblica popolare cinese.

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