11/11/2011, 00.00
VIETNAM
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Cattolici vietnamiti pregano per i martiri del passato e di oggi

di Trung Tin
Oltre ai 117 martiri del Paese canonizzati da Giovanni Paolo II il 16 giugno 1988, bisogna ricordare gli oppressi, chi è discriminato per la sua religione e chi annuncia la parola di Dio. P. Nguyễn Văn Phượng, vicario della chiesa di Thái Hà, lancia un nuovo appello contro l’esproprio del terreno della parrocchia: “Preghiamo per il pericoloso compito di cercare la giustizia e la verità”.
Hanoi (AsiaNews) – In questi giorni, i vietnamiti cattolici pregano e celebrano messe in memoria dei 117 martiri del loro Paese, canonizzati da Giovanni Paolo II il 16 giugno 1988. Le diverse comunità – soprattutto quelle di Hanoi – ricordano anche i martiri “di oggi”: gli oppressi; chi ha perso il proprio lavoro o è discriminato per la sua religione; chi prega e agisce per la giustizia e la pace, annunciando la Parola di Dio. E non dimenticano l’aggressione alla chiesa di Thái Hà dello scorso 3 novembre, quando centinaia di poliziotti e militari hanno sfondato il portone della chiesa, iniziato a discutere con il vicario e i parrocchiani presenti e minacciato di morte i religiosi Redentoristi.

All’origine dell’aggressione c’è il tentativo delle autorità locali di forzare i Redentoristi a cedere parte del terreno parrocchiale – appartenente all’ordine sin dalla fondazione della chiesa nel 1928 – per costruire un impianto di trattamento delle acque usate dall’ospedale della zona. Dopo l’aggressione, il vicario ha chiesto di rinunciare al progetto e di restituire alla parrocchia i terreni che le sono già stati sottratti in un precedente esproprio, tra il 2008 e il 2009. All’epoca, dei 61.455 metri quadrati di terreno, le autorità si erano appropriate di 41.455 metri quadrati, e chiuso la questione con un processo-farsa che ha condannato otto cattolici.

A proposito dell’ aggressione, p. Nguyễn Văn Phượng, vicario della chiesa di Thái Hà, ha dichiarato: “Siamo d’accordo con il progetto locale, che vuole migliorare la vita della comunità; ma questo non significa depredare la nostra congregazione. I Redentoristi hanno affittato il terreno della chiesa alle autorità locali in tempo di guerra. L’hanno usata, adesso devono restituircela per permetterci di portare avanti le nostre attività pastorali e caritative, rivolte alle 20mila persone di questa comunità. Sia i cattolici che i non cattolici hanno bisogno dei Redentoristi”.

“Le nostre preghiere – conclude p. Nguyễn – vogliono mostrare la nostra gratitudine a Dio. Patire molte sofferenze ed essere perseguitati ci aiuta a vedere la verità. Quando subiremo delle ingiustizie, le affronteremo amando di più il nostro prossimo. Siamo tutti qui per pregare per la parrocchia di Thái Hà, impegnandoci nel pericoloso compito di cercare la giustizia insieme con la verità”.

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