04/12/2012, 00.00
CINA
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Chen Guangcheng sfida Xi Jinping: “Basta vendette, servono riforme”

In occasione della Giornata mondiale per i diritti umani il dissidente cieco, che si trova negli Stati Uniti, pubblica online un video in cui chiede al nuovo leader cinese di portare avanti le riforme necessarie al Paese e aprirsi alla democrazia: “Non hai scelta, la transizione si farà. Puoi decidere solo se sarà pacifica o violenta”.

New York (AsiaNews) - Chen Guangcheng, dissidente cieco che vive negli Stati Uniti dopo una rocambolesca fuga dalla Cina, ha lanciato un appello al nuovo leader cinese Xi Jinping a favore di una stagione di riforme e del rispetto dei diritti umani nel Paese. L'appello è contenuto in un video pubblicato online dall'organizzazione americana ChinaAid in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani.

Nel video Chen parla anche della "vendetta" ordinata dalle autorità cinesi hanno nei suoi confronti dopo il suo trasferimento negli Usa, ovvero la condanna a tre anni e mezzo di galera inflitta a suo nipote Chen Kegui. Il giovane è stato condannato senza prove per aver "ostacolato la giustizia".

Nel filmato il dissidente - noto per le sue battaglie contro gli aborti forzati e la diffusione dell'Aids nel Paese - cita l'esempio del Myanmar: "Se Thein Sein lo può fare è evidente che anche anche Xi può farlo. Ma forse non vuole, e questa scelta dimostrerà che caratura di uomo e di leader abbiamo davanti".

Chen sfida in maniera diretta il prossimo presidente cinese, che entrerà in vigore nel marzo 2013: "Caro Xi Jinping, l'intera nazione ti sta guardando. Puoi scegliere fra seguire l'invito del cielo e del popolo e fare le riforme oppure rapire il governo e mantenere il Partito al potere. Ma le cose non cambieranno: puoi solo decidere se vuoi una transizione democratica pacifica o violenta".

Chen è fuggito dalla provincia dello Shandong - dove scontava degli arresti domiciliari di fatto - nel maggio del 2012. La fuga dalla sua casa e l'ingresso nell'ambasciata americana a Pechino hanno scatenato una lunga partita diplomatica che si è conclusa con la sua partenza per gli Usa, dove oggi segue un corso universitario. 

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