17/03/2011, 00.00
GIAPPONE
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Chiesa giapponese: Centro di aiuti e ospitalità per le vittime dello tsunami

Il centro è basato a Sendai, nella zona colpita dal maremoto. Messaggio del vescovo di Sendai. La diocesi ha avuto anche bambini morti negli asili, chiese distrutte e danneggiate. Famiglie offrono ospitalità agli anziani sfollati. Nei centri di accoglienza manca acqua, elettricità, combustibile, medicine, provocando stanchezza fisica e mentale degli sfollati.
Tokyo (AsiaNews) – La Chiesa cattolica giapponese ha aperto oggi un centro di aiuti per i sopravvissuti del terremoto e dello tsunami. Il centro ha la sede nella cattedrale di Sendai, una delle zone più colpite. I vescovi chiedono ai fedeli di raccogliere fondi, ma anche di offrire ospitalità ai senzatetto.
 
P. David Uribe, superiore in Giappone dei missionari di Guadalupe, conferma ad AsiaNews che già questa mattina cinque famiglie giapponesi di Tokyo hanno espresso la loro disponibilità a ospitare nelle loro abitazioni, per tutto il tempo che sarà necessario, persone scampate al disastro, soprattutto anziani.
 
Il centro di aiuti, aperto oggi, è gestito dal vescovo di Sendai, mons. Martin Hiraga; dal vescovo di Niigata, mons. Tarcisius Kikuchi; dal vescovo di Saitama, mons. Marcellino Tani e dalla Caritas Giappone. Esso ha il compito di raccogliere fondi che saranno destinati alle migliaia di persone colpite dallo tsunami.
 
Per l’occasione, mons. Hiraga ha inviato oggi un messaggio nel quale esprime il suo dolore per gli effetti provocati dal terremoto e dall’onda anomala, che hanno causato finora oltre 15mila tra morti e dispersi. Il potente terremoto ha colpito con forza quattro province  che formano l’area della diocesi di Sendai: Aomori, Iwate, Miyagi e Fukushima.
 
Nel messaggio il vescovo invita ciascun cristiano a unirsi a questa iniziativa di carità e di aiuto verso coloro che hanno perso tutto. Egli ricorda anche che in questi momenti difficili è importante non dimenticare l’infinita misericordia di Dio.
 
La Chiesa cattolica giapponese è composta da circa 500 mila fedeli, un gruppo sproporzionato rispetto all’enorme numero di persone colpite dal disastro. Il vescovo spera comunque che ogni piccolo gesto di carità sarà di aiuto per molte persone.
 
Nel nord-est del Paese, distrutto dal sisma e dallo tsunami, vi sono circa mezzo milione di senzatetto, ospitati in centri di fortuna. La situazione dei sopravvissuti ospitati è molto critica: mancano acqua, energia elettrica e combustibile (gasolio e petrolio), medicine e molti articoli di prima necessità. La penuria e la mancanza di immediate prospettive, sta provocando la stanchezza fisica e mentale degli sfollati. Secondo alcune stime, ci vorranno almeno 10 anni e investimenti superiori a quelli utilizzati dopo il terremoto di Kobe del 1995 (quasi 160 miliardi di dollari Usa), per far tornare a vivere in pieno le zone colpite.
 
Il cancelliere della diocesi di Sendai, p. Pietro Komastu, ha comunicato anche i primi dati di parte cattolica del disastro. Egli ha confermato che un numero imprecisato di bambini, alunni dell’asilo cattolico della diocesi, hanno perso la vita. Inoltre, fra le strutture più danneggiate da terremoto e tsunami vi sono: nella provincia di Iwate, il primo piano della parrocchia di Kamaishi; nella provincia di Myagi, gravi danni alle parrocchie di Furukawa e Stukidate; anche la parrocchia di Kesenuma ha subito danni e il suo asilo è attualmente utilizzato come alloggio di fortuna per gli sfollati. Infine, tutte le parrocchie della costa sud di Fukushima (nella zona della centrale nucleare in pericolo) sono state distrutte dal maremoto.
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