10/12/2012, 00.00
INDIA
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Chiesa indiana: il silenzio è complice delle violazioni contro i diritti umani

di Santosh Digal
Cade oggi la Giornata internazionale per i diritti umani, il cui tema quest’anno è “La mia voce conta”. In India le violazioni più gravi riguardano donne, bambini, dalit e minoranze religiose. Sempre più diffuse le violenze delle forze dell’ordine contro manifestanti pacifici.

New Delhi (AsiaNews) - Violenze contro le donne; soprusi della polizia contro manifestanti pacifici; sparizioni forzate; discriminazione sui dalit e persecuzione delle minoranze religiose: sono alcune delle violazioni che la Chiesa cattolica indiana ricorda oggi, in occasione della Giornata internazionale per i diritti umani. Quest'anno le Nazioni Unite hanno scelto il tema "La mia voce conta", per sottolineare il diritto di partecipazione alla vita pubblica, definito "fondamentale per ogni società democratica" da p. Charles Irudayam, segretario dell'ufficio Giustizia, pace e sviluppo della Conferenza episcopale indiana (Cbci). "Nelle nostre vite - ha sottolineato il sacerdote - non possiamo che constatare con amarezza la situazione dei diritti umani in India".

Il rapporto 2012 del Working Group on Human Rights (Wghr) dipinge un quadro preoccupante dell'India in materia di diritti umani. Secondo i dati, ogni ora due donne vengono stuprate, e ogni sei una giovane sposa viene picchiata a morte, bruciata, o indotta al suicidio. È scarsa l'assistenza sanitaria nazionale, settore a cui il Paese dedica solo il 4,4% del suo budget (contro una media internazionale di 11,5%). Pressoché dimenticati i bambini: pur rappresentando oltre il 40% della popolazione, i servizi a loro dedicati investono appena il 5,3% del budget nazionale. Ogni 43 minuti un contadino muore suicida, e i decessi per fame sono ancora diffusi. Alti i casi di violenze provocate dalle autorità: oltre a sparizioni forzate e omicidi extragiudiziari (nelle aree di conflitto, ndr), vi sarebbero 1,8 milioni di persone vittime di torture e violenze da parte della polizia. Regolari i casi di discriminazione contro i dalit: un atto criminale ogni 18 minuti; tre stupri, 11 aggressioni e 13 omicidi al giorno.

Secondo p. Cedric Prakash, direttore del centro gesuita per i diritti umani, la giustizia e la pace Prashant, di fronte a violazioni simili "la Giornata internazionale per i diritti umani è un promemoria, perché la società civile deve farsi sentire e denunciare i miti, le bugie e le mezze verità ostentate dai governi. Il nostro silenzio ci rende complici". 

 

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