19/07/2005, 00.00
COREA DEL SUD
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Chiesa sudcoreana: "Salviamo i nostri agricoltori"

di Theresa Kim Hwa-young

È il messaggio lanciato dal  mons. Choi Ki-san - presidente di Giustizia e Pace -  a sostegno delle comunità rurali del Paese.

Seoul (AsiaNews) – "Chiediamo ai membri dell'Assemblea Nazionale e del Governo di perseguire con sinceri sforzi le politiche per la sicurezza nazionale, l'ambiente e la sanità, senza tralasciare le questioni legate alle politiche agricole aperte al libero mercato e al calo della produzione di riso". È quanto ha dichiarato Monsignor Boniface Choi Ki-san, presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Coreana, nel suo messaggio "…e il Padre mio è il vignaiolo" (Giovanni 15,1), in occasione della decima Domenica degli Agricoltori, il 17 luglio.

Monsigno Choi Ki-san ha fatto sue le richieste degli agricoltori coreani, aggiungendo: "Dobbiamo sostenere maggiormente il movimento Salvate i Nostri Agricoltori. Esso si batte per il mantenimento dell'ordine del Creato e per allargare a dimensioni di Chiesa la cooperazione fra le comunità urbane e quelle rurali".

Monsignor Choi Ki-san ha affermato che "ai giorni nostri la comunità rurale e l'agricoltura stessa affrontano una grave crisi, nonostante gli sforzi della Chiesa per salvare gli agricoltori".

Il suo pronostico è che le comunità rurali coreane e l'agricoltura "non sopravvivranno con l'apertura totale del mercato a varietà di riso straniero più economiche e se i ministri economici del Wto decidono di aprire ulteriormente i mercati agricoli, su richiesta degli esportatori stranieri".

Monsignor Choi Ki-san ha dichiarato che "la Chiesa non può far altro che prendere iniziativa per risolvere i problemi degli agricoltori, che sono il popolo di Dio sofferente ed emarginato dei nostri tempi". Ha aggiunto: "Il governo e i legislatori dovrebbero elaborare politiche che diano base giuridica al cosiddetto "standard di autosussistenza", per la produzione controllata di alimenti. Questo stabilizzerebbe le rendite e promuoverebbe la crescita della popolazione rurale. In questo modo piccoli e medi proprietari possono portare avanti il loro lavoro senza ansie".

Monsignor Choi Ki-san ha concluso il suo messaggio affermando che "per salvare le comunità rurali e noi stessi, è necessario lo scambio di risorse umane fra le comunità urbane e quelle rurali, oltre al sostegno economico a queste ultime". Ha assicurato che "la Chiesa allargherà continuamente i suoi sforzi per salvare l'agricoltura e le comunità agricole".

Secondo stime della Banca Mondiale, nel 2003 l'agricoltura ha contribuito per il 3,6% al Pil sudcoreano, contro il 36,4% dell'industria e il 60% dei servizi. Nonostante il settore agricolo sia in diminuzione, impiega tuttora almeno il 9% della popolazione (oltre 4 milioni su 46 milioni di abitanti). L'azione del governo è volta a massimizzare l'efficienza del settore, promuovendo la fusione di aziende agricole e agevolando il prepensionamento degli agricoltori. Per quanto riguarda l'agroalimentare, il Paese dipende per il 70% dalle importazioni.

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