28/07/2009, 00.00
MYANMAR
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Chiuso il processo ad Aung San Suu Kyi, venerdì 31 il verdetto

L’avvocato della leader Lega Nazionale per la Democrazia afferma: “Abbiamo fatto del nostro meglio e lei è pronta al peggio”. Per Htun Htun Surte, membro del Burma Center Delhi (Bcd) il processo contro “la Signora”è ridicolo ma dimostra il potere arbitrario dei militari sulla popolazione.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - È attesa per il 31 luglio la sentenza del processo ad Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione alla giunta militare del Myamnar accusata di aver violato gli arresti domiciliari in cui vive dal 2003.
 
Ieri si è tenuta l’arringa finale del collegio difensivo che assiste i tre coimputati con la Suu Kyi, le due domestiche ed il cittadino americano John Yettaw. In aula erano presenti alcuni diplomatici stranieri, invitati come osservatori, mentre la stampa non è stata ammessa. Nyan Win, avvocato della Suu Kyi, ha commentato le ultime battute del procedimento intentato contro “la Signora” affermando: “Abbiamo fatto del nostro meglio e lei è pronta la peggio”. Aung San Suu Kyi rischia la condanna a cinque anni di carcere e la conseguente esclusione dalle elezioni indette per l’anno prossimo.
 
Htun Htun Surte è fra i fondatori del Burma Center Delhi (Bcd), una organizzazione non governativa istituita da rifugiati birmani in India. Egli segue da vicino le vicende del Myanmar e spiega ad AsiaNews: “Il procedimento inscenato contro la Suu Kyi è ridicolo, ma nel contempo ha spaventato ancora di più la gente perché dimostra il potere arbitrario della giunta militare”.
 
Il chiaro intento di escludere la Suu Kyi dalla campagna elettorale e sbarrare la strada al suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, dimostra che “i militari sono disperati e temono molto la possibile affermazione dell’opposizione alle elezioni”. Surte tuttavia non limita la sua preoccupazione ai risvolti politici della vicenda affermando che il Bcd ed i cittadini del Myanmar “sono tormentati per le condizioni di salute della Suu Kyi. I report ufficiali dicono che sta bene, ma in questo clima non si riesce a credere che questa sia la verità dei fatti”.
 
Il leader del Bcd spiega che per tutta la popolazione “la Signora rappresenta la speranza ed il futuro della democrazia in Myanmar” che oggi soffre il pugno di ferro delle giunta. “Tutta la gente sta vivendo nel terrore sotto il controllo della Union Solidarity and Development Association (USDA) che è il cane da guardia con cui i militari sorvegliano e minacciano i cittadini. Ogni azione, qualsiasi ritrovo di gruppo e anche il minimo tentativo di distribuire volantini è controllato. L’Usda vuole eliminare le organizzazioni della società civile del Paese e ricostituirle asservendole alle volontà della giunta militare”.
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)
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