02/05/2018, 11.45
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Cina, India e Arabia Saudita guidano l'Asia nella corsa agli armamenti

Nelle top-15 anche Corea del Sud e Giappone. La Russia scende al quarto posto: spese ridotte per la crisi finanziaria dovuta alle sanzioni. Le tensioni della Cina con i Paesi vicini sono uno dei motivi dell'escalation. Arabia Saudita: il più alto budget nella regione. Sette Paesi della Nato “coprono il 48% (827 miliardi di dollari) della spesa globale militare”

Stoccolma (AsiaNews) – L’equilibrio della spesa militare si sta “chiaramente spostando” verso Asia e Medio Oriente. È quanto afferma il rapporto per i budget militari del 2017 pubblicato oggi dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri). Fra le principali cause dello spostamento “a est”, ci sono gli accresciuti budget militari di Cina, India e Arabia Saudita.

Secondo l’istituto, nel 2017 la spesa mondiale militare ha toccato i 1.739 miliardi di dollari, “la più alta sin dalla fine della Guerra Fredda”. I cinque Paesi leader sono: Usa (610 miliardi), Cina (stimati 228), Arabia Saudita (stimati 69,4), Russia (66,3) e India (63,9). Fra i successivi 10 figurano altri tre Paesi asiatici: Giappone all’ottavo posto(45,5), Corea del Sud al decimo (39,2)  e Turchia al quindicesimo(18,2).

“Le tensioni fra le Cina e molti dei suoi vicini continuano a guidare la crescita della spesa militare in Asia”, afferma Siemon Wezeman, ricercatore esperto del Sipri. Nella regione Asia-Oceania, la spesa militare è giunta a un totale di 447 miliardi, che corrisponde al 27% della spesa mondiale e di cui il 48% è coperto dalla Cina, con un budget salito del 5,6% nel 2017.

Nel 2017 l’India ha superato la spesa della Francia, aumentando il proprio budget del 5,5% e occupando per la prima volta il quinto posto nella classifica. “Il governo indiano – afferma il rapporto – pianifica di espandere, modernizzare e incrementare le capacità operazionali delle sue forze armate, motivato almeno parzialmente dalle tensioni con Cina e Pakistan”. Tuttavia, le spese militari indiane coprono soprattutto l’importazione di armi e i salari e pensioni del personale militare: 1,4 milioni in servizio e 2 milioni di veterani.

In controtendenza, la Russia ha visto un declino della propria spesa militare per la prima volta in 20 anni, scendendo dal terzo al quarto posto. Il motivo della riduzione sarebbe la crisi economica, e in particolare le sanzioni imposte dall’Occidente nel 2014, nel contesto della crisi ucraina.

Per la sesta volta consecutiva cresce la spesa militare giapponese, dovuta alle “minacce percepite da Cina e Corea del Nord [che] rimangono i più importanti fattori nella strategia di sicurezza del Giappone”. A fine agosto scorso, Tokyo ha annunciato di voler incrementare ancora le proprie spese belliche nel 2018

Per quanto concerne invece il Medio Oriente, il rapporto riporta l’impossibilità a stimare le spese militari nella regione per “mancanza di dati accurati su Qatar, Siria, Emirati Arabi Uniti e Yemen”. Dopo due anni di declino – rispetto al picco del 2015 – la spesa in Medio Oriente è tornata a salire, aumentando del 6,2%, con l’Arabia Saudita che, oltre ad occupare il terzo posto mondiale, è anche “di gran lunga il più grande compratore” della regione. 

Infine, il rapporto sottolinea che sette dei 15 più grandi acquirenti sono membri della Nato: USA, Francia, Regno Unito, Germania, Italia, Canada e Turchia, “coprono il 48% (827 miliardi di dollari) della spesa globale militare”. In tutto, nel 2017 i 29 Paesi membri hanno speso un totale di 900 miliardi.

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