04/07/2005, 00.00
CINA
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Cina, continuano gli scontri per gli espropri terrieri

Nella provincia meridionale del Guangdong arresti e scontri fra polizia e contadini per gli espropri di terre.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Nello scorso fine settimana migliaia di agricoltori nella provincia meridionale del Guangdong hanno dimostrato contro la confisca dei terreni da parte del governo. Dopo l'arresto di alcuni dimostranti da parte della pubblica sicurezza sono scoppiati violenti scontri. Lo ha riferito l'Empowerment and Rights Institute.

"Circa 200 dimostranti hanno iniziato la protesta sabato - spiega Maggie Hou, funzionario del Rights Institute - ma la sera sono arrivate migliaia di persone". Le proteste sono state scandite da slogan come "restituiteci la nostra terra" e "la terra deve venire distribuita in modo uguale".

Sul luogo erano presenti circa 600 poliziotti che, dopo un'iniziale inerzia, hanno caricato la folla colpendo la gente con bastoni. E' stata arrestata almeno una persona, Shao Shuntian, la quale secondo la Hou "è stata percossa con un bastone, presa a calci e portata via di peso al suo tentativo di reagire". Il 2 luglio è stato anche fermato un fotografo americano, Scott Gorman, poi rilasciato. Gli ufficiali del luogo non hanno rilasciato alcun commento.

La protesta è iniziata il 30 giugno quando alcuni agricoltori si sono visti notificare atti di esproprio: gli atti erano stati firmati dai contadini – sotto minaccia di violenza – nel 1992 dall'Ufficio per l'Amministrazione del terreno. Dopo la notifica i contadini si sono opposti ai bulldozer che dovevano spianare circa 670 ettari di terreno vicino al villaggio di Sanshangag.

Nella provincia del Guandong la manodopera ha un costo molto basso; per questo molte aziende hanno aperto qui i loro stabilimenti e di conseguenza il prezzo dei terreni è esploso.

Le proteste dei contadini cinesi contro gli espropri di terreni e la povertà diffusa dilagano. Il 28 luglio 600 persone del villaggio di Janxia, nell'est della provincia di Zhejiang, hanno preso d'assalto una fabbrica di batterie tossiche, prendendo in ostaggio 100 operai. Il mese scorso il presidente Hu Jintao si è raccomandato con i vertici della polizia paramilitare di impegnarsi maggiormente per "assicurare la stabilità sociale". A fine giugno sono stati uccisi 6 dimostranti nella provincia di Hebei, che si opponevano ad un ordine di sgombero. Altri 50 sono stati feriti, su 200 manifestanti.

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