21/10/2015, 00.00
CINA
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Cina, l’allarme degli esperti: Basta legge sul figlio unico o crolla il sistema

Fra pochi giorni l’esecutivo nazionale si riunisce per stilare il prossimo piano quinquennale, economico e sociale. Le maggiori istituzioni scientifiche del Paese inviano un rapporto segreto al governo: se la legge che limita la natalità non verrà abolita subito, si rischia il collasso della forza-lavoro e del sistema pensionistico. Un accademico: “Potrebbe già essere troppo tardi”.

Pechino (AsiaNews) – Il governo cinese “deve immediatamente eliminare la legge sul figlio unico, se vuole mantenere la crescita economica e la stabilità sociale”. È il consiglio di diversi organi consultivi all’esecutivo nazionale, che alla fine di ottobre si riunirà per decidere il prossimo piano quinquennale sull’economia e sullo sviluppo sociale del Paese. Tuttavia alcuni esperti sostengono che potrebbe essere troppo tardi, e che il collasso demografico porterà enormi disagi alla Cina.

Una fonte anonima, che fa parte di uno degli organi consultivi, dice al South China Morning Post che un rapporto sul tema è già stato consegnato alle autorità. Il testo è basato su degli studi condotti da istituzioni quali l’Accademia cinese delle Scienze sociali, la Renmin University e un think tank dell’Ufficio pianificazione familiare.

Wang Feng, demografo dell’Università della California e docente presso la Fudan University, spiega: “Gli esperti sono concordi sul fatto che i limiti imposti alle coppie dalla legge sul figlio unico dovrebbero essere rimossi. E potrebbe essere persino già troppo tardi”.

Dal 1979 in poi la Cina ha attuato – spesso con violenza – la politica di un solo figlio per famiglia, per concentrare la nazione sullo sviluppo economico. In seguito si è permesso a gruppi etnici di avere due figli e ai contadini di averne due se il primo figlio era una bambina. L'attuazione della legge è stata spesso violenta, con multe esose contro i violatori e perfino sterilizzazione forzati e aborto fino a nove mesi di gravidanza.

Fra il 2013 e il 2014 il governo ha “alleggerito” la legge e ha consentito ad alcune coppie (quelle in cui almeno uno dei coniugi è “figlio unico per legge”) di avere un secondo bambino. Tuttavia su 11 milioni di coppie che rientrano in questa casistica soltanto 1,45 milioni hanno chiesto di poter accedere al privilegio concesso. E dei 20 milioni di neonati attesi da Pechino per il 2014 ne sono nati soltanto 16,9 milioni.

Questo squilibrio, spiegano gli esperti, nasce da decenni di influenza politica contraria alla natalità, dall’aumento del costo della vita e dalla difficoltà di trovare lavori dignitosi con stipendi in grado di sostenere una famiglia numerosa. Al punto che il tasso di natalità della Cina è oramai fermo a 1,18 figli per coppia contro la media mondiale di 2,5.  

Il calo demografico non incide soltanto sulla società, già in sofferenza per la difficoltà di formare giovani coppie data la predilezione dei genitori per i figli maschi e quindi l’enorme numero di aborti contro le bambine. Il picco peggiore è quello che incide sull’economia nazionale: il calo della forza-lavoro e il collasso del sistema pensionistico, sostiene un analista anonimo, “sono ormai realtà con cui il governo deve fare i conti”.

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