01/10/2014, 00.00
CINA - HONG KONG
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Cina, sostengono la democrazia ad Hong Kong: arrestati decine di attivisti

La polizia nazionale ha reagito con furia alle dimostrazioni di sostegno ad Occupy Central e alle manifestazioni di Hong Kong. Arresti sommari, interrogatori notturni, raid da parte di "sconosciuti" si sono verificati in quasi tutte le metropoli.

Pechino (AsiaNews) - La repressione del governo cinese si abbatte su diversi cittadini della Repubblica popolare per aver sostenuto le proteste di Hong Kong a favore del suffragio universale. L'occupazione di aree pubbliche nel Territorio, incluse parti del centro finanziario e politico, ha ispirato molti attivisti cinesi e li ha incoraggiati a parlare a favore della democrazia.

Sui social media sono apparse molte fotografie di cittadini che chiedono democrazia costituzionale per l'ex colonia britannica ed esprimono solidarietà alla popolazione. La polizia cinese ha risposto "avvertendo" o colpendo gli autori: le autorità sono preoccupate dalla possibilità che questi possano viaggiare fino a Hong Kong o persino portare la protesta sulle strade nazionali. Il Chinese Human Rights Defender ha documentato diversi casi di repressione, denunciati anche dal Rights Defense Network e dal Civil Rights and Livelihood Watch.

Arresti

La polizia di Shenzhen ha arrestato secondo il codice criminale l'attivista Wang Long, accusato di "aver creato disturbo" il 29 settembre dopo che questi aveva pubblicato online dei messaggi riguardo le proteste di Hong Kong. L'uomo è al momento in custodia presso il Centro di detenzione del distretto Longgang di Shenzhen.

La polizia di Chongqing ha arrestato lo scorso 30 settembre l'attivista Luo Yaling, che aveva espresso online il proprio sostegno per le manifestazioni nel Territorio. In un primo momento i funzionari della sicurezza nazionale hanno tenuto la Luo in un regime di detenzione leggera, di fatto agli arresti domiciliari, per aver pubblicato messaggi e fotografie delle manifestazioni sia su Weibo che sui gruppi online QQ. In un secondo momento, la donna è stata portata al Villaggio Daxin, una stazione di polizia.

Sempre il 30 settembre un gruppo composto da agenti in borghese e sconosciuti ha bussato alla porta di Chen Jianfang per arrestarla, ma la donna si è rifiutata di aprire la porta. L'attivista è convinta di essere nel mirino delle autorità perché ha cercato di organizzare una manifestazione nel Parco del popolo di Shanghai a sostegno dei dimostranti di Hong Kong. L'avvocato Liu Shihui e l'attivista Le Senping (del Jiangsu) sono andati a casa di Chen per cercare di allontanare la polizia. In risposta, gli agenti li hanno arrestati tutti: non è chiaro dove siano trattenuti.

La polizia in borghese di Shanghai ha colpito sempre il 30 settembre l'attivista Shen Yanqiu. La donna si era rasata la testa il 28 settembre e aveva pubblicato su internet una foto a sostegno dei manifestanti del Territorio. Al momento è in località sconosciuta.

La polizia di Guangzhou (capoluogo della ricca provincia meridionale del Guangdong) ha arrestato il 30 settembre decine di attivisti e cittadini, riuniti nei Martyr Memorial Gardens per sostenere la protesta di Hong Kong. Circa 20 sono stati arrestati e portati in località sconosciuta: Huang Minpeng e Liu Hui sono stati invece trattenuti presso la stazione di polizia di Datang nel distretto Yuexiu, dove non hanno ricevuto cibo fino al rilascio nel pomeriggio.

La polizia di Pechino, lo stesso giorno, ha arrestato l'attivista Jiang Liuying e la moglie Li Dongmei. I due erano stati chiamati da alcuni funzionari che volevano interrogarli. Lo stesso Jiang aveva detto agli amici che l'invito era probabilmente collegato al sostegno espresso su internet per i dimostranti di Occupy.

Minacce e molestie

Il 30 settembre, alcuni funzionari della sicurezza nazionale di Chongqing hanno chiamato l'attivista Xie Dan per informarlo che sarebbero andati nella sua casa per interrogarlo. L'attivista Han Liang, della stessa città, è stato fermato tutta la mattina dalla polizia ma è tornato a casa.

Gli attivisti Han Ying e Guo Guijin, entrambi di Pechino, hanno ricevuto la visita degli agenti in tarda serata. Questi volevano entrare in casa senza mostrare i documenti, e quindi hanno ricevuto un rifiuto: allora hanno minacciato l'arresto. Non è chiaro dove siano al momento i due.

Una funzionaria della contea Changyuan della provincia dell'Henan ha minacciato l'attivista democratico Guo Chunping, che il 29 settembre aveva mandato un messaggio su WeChat a sostegno di Hong Kong. La donna lo ha chiamato e lo ha minacciato di "pericoli" se non avesse risposto all'interrogatorio. 

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