02/09/2005, 00.00
CINA - ONU
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Cina e Onu, accordo per le riforme giuridiche

Pechino riconosce un ruolo più attivo alle Nazioni Unite ma non indica scadenze per le riforme. Attivisti auspicano maggiore attenzione contro le violazioni dei diritti umani.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Commissione per i Diritti umani delle Nazioni Unite "deve continuare" a monitorare la situazione in Cina "nonostante l'accordo raggiunto dal Paese con l'Alto Commissario Onu per la modifica delle leggi in materia". E' l'appello lanciato ieri dall'associazione Human Rights in China (Hric), Organizzazione non governativa con sede a New York, che "avverte" il Commissario Louise Arbour dei tentativi di Pechino di "ridurre al silenzio o intimidire le voci e i gruppi cinesi indipendenti e critici".

"Il controllo e la collaborazione tecnica – dice il gruppo - sono collegati e l'uno non può far escludere l'altro". Il comunicato è stato pubblicato dopo l'incontro di ieri a Pechino fra l'inviato Onu e Xiao Yang, presidente della  Corte Suprema del popolo.

La Arbour - che termina oggi la sua missione per conto del Palazzo di vetro - ha sottoscritto il 31 agosto un memorandum d'intesa sui diritti umani con Shen Guofang, assistente del ministro degli Esteri. L'accordo comprende il progetto di "aiutare Pechino a riformare la sua normativa processuale penale e altre leggi penali", ma non indica scadenze per il progetto. L'Onu aiuterà la Cina a trovare "misure penali alternative" alla carcerazione, a prevedere l'educazione sui diritti umani nei programmi scolastici e nei programmi di insegnamento per i funzionari pubblici. E' anche previsto un aiuto per lo studio e la creazione di un organismo nazionale per la tutela dei diritti umani.

Human Rights in China definisce questo accordo come "uno sviluppo importante e con potenzialità positive", ma osserva che la Commissione Onu riceve un "duplice mandato" per l'esecuzione dei programmi di cooperazione e per il controllo sulla attuazione dei trattati internazionali sui diritti umani. Fa notare i recenti arresti domiciliari – all'inizio della visita della Arbour - contro attivisti dissidenti, tra cui Liu Xiaobo e Liu Di, e la chiusura forzata a Pechino dell'ufficio del gruppo per la tutela dei diritti umani Empowerment and Rights Institutes.

Hric sottolinea inoltre che la Arbour ha incontrato solo un "numero selezionato di gruppi della società civile e rappresentanti che hanno ricevuto l'approvazione ufficiale", tra i quali la Società cinese per gli studi sui diritti umani, la Federazione cinese per le persone disabili e la Associazione degli avvocati di Pechino.

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