13/07/2005, 00.00
CINA
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Cina: mantenere i privilegi fiscali per le imprese straniere

Lo dice Chen Jian, vice ministro al Commercio. Pechino è preoccupata che l'aumento dei costi, la mancanza di materie prime e la concorrenza degli altri Stati asiatici possa causare una diminuzione degli investimenti esteri.

Pechino (AsiaNews/Scmp) – La Cina continuerà a riconoscere importanti esenzioni fiscali agli investitori esteri rispetto ai propri cittadini. "Dobbiamo continuare a riconoscere alle società straniere un trattamento di favore – ha spiegato durante una conferenza stampa ieri, 12 luglio, Chen Jian, vice ministro per il Commercio – e mantenere per un lungo termine questa politica nei confronti dei soggetti esteri che portano investimenti".

Questa politica, secondo Chen, ha consentito l'aumento degli investimenti esteri e un maggior sviluppo economico. Secondo l'uomo, senza una politica preferenziale la Cina potrebbe perdere attrattiva per gli investitori esteri. "Non bastano – ha proseguito - un ampio mercato e mano d'opera a poco prezzo, anche considerato che i costi aumentano e c'è scarsità di risorse naturali".

L'imposta sul reddito per le società cinesi è del 33% dei guadagni, mentre per le compagnie estere è solo del 15%. Da anni il governo promette di applicare un'aliquota uguale per tutti, ma non ha mai indicato le precise modalità o i termini per mettere in pratica questo proposito. Nel 2001, con l'ammissione all'Organizzazione mondiale del commercio (Omc), la Cina si era impegnata ad adottare un identico trattamento per le ditte interne ed estere. Secondo Chen l'attuale politica non viola le regole dell'Omc.

Chen ha sottolineato poi che la Cina ha ancora un grande bisogno degli investimenti stranieri, che portano anche competenze tecniche e manageriali ed ha evidenziato il rischio che i capitali esteri si dirigano verso altri Stati. "Le economie degli Stati vicini accordano… privilegi molto maggiori alle società d'investimento straniere", ha precisato.

Nel 2004 la Cina è stata la nazione con maggiori investimenti diretti stranieri, pari a 60 miliardi di dollari Usa. Le imprese estere hanno dato lavoro a 24 milioni di persone, pari al 10% della forza lavoro cinese non agricola. Negli ultimi anni ha ricevuto investimenti esteri per oltre 584 miliardi di dollari. Alla fine dello scorso maggio, il numero delle ditte estere che hanno operato investimenti è arrivato a 525.378. Secondo la Asian Development Bank, la Cina ha avuto investimenti esteri per un importo 5 volte superiore a tutto il Sudest asiatico e 14 volta maggiori  dell'India.

Dal sito web del Ministero del Commercio risulta che gli investimenti esteri sono diminuiti dello 0,8% nei primi 5 mesi del 2005, pari a 28,6 miliardi di dollari. I contratti con imprese estere per investimenti nel Paese sono aumentati di circa il 19% nello stesso periodo, ma si tratta di somme non ancora utilizzate. Frank Gong, esperto economico della JP Morgan Stanley, ha dichiarato che "c'è un problema di offerta superiore al necessario, che causa una restrizione del profitto." "I settori dove non c'è eccessiva offerta, come le ferrovie, sono quelli dove è arduo un finanziamento estero senza che il governo voglia intervenire, cosa che li rende poco appetibili". (PB)
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