08/10/2016, 11.59
RUSSIA
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Colleghi e amici ricordano Anna Politkovskaya, “giornalista con la forza della compassione”

di Nina Achmatova

Nel 10° anniversario della sua uccisione, sono sempre meno le persone che la ricordano. Ma per molti è ancora un esempio. Le critiche a Kadyrov  e a Putin. Il ricordo della figlia dell’attivista Natalia Estemirova, amica di Anna e uccisa in Caucaso nel 2009.

Mosca (AsiaNews) - C’erano più giornalisti e diplomatici stranieri che non  persone comuni alla commemorazione, ieri 7 ottobre a Mosca, per il 10° anniversario dell’uccisione della reporter Anna Politkovskaya, organizzata dal suo giornale Novaya Gazeta davanti alla redazione. Dal 2006, quando di ritorno a casa con le borse della spesa, la giornalista d’inchiesta è stata uccisa a colpi di pistola nel suo condominio, a ricordarla in Russia sono sempre meno. Lo fanno notare attivisti e alcuni colleghi che hanno partecipato alla commemorazione. Le finestre dell’edificio della Novaya, in centro a Mosca, sono state coperte con delle fotografie di Ania - come la chiamavano gli amici - mentre il vicedirettore Sokolov e rappresentanti dell’Unione Europea e degli Usa hanno letto messaggi per lo più di richiamo all’importanza e al rischio del giornalismo indipendente in Russia. Erano presenti anche i figli della reporter, Ilya e Vera, la mamma e la sorella.

Dieci anni di indagini e tre processi hanno portato alla condanna di sei uomini, tra organizzatori e killer, ma mai è stato fatto il nome del mandante. Per questo, la Novaya Gazeta ha pubblicato un video di denuncia in cui in tre minuti, senza parlare ma solo tenendo dei cartelli in mano, i redattori del giornale ricostruiscono la lunga vicenda giudiziaria e chiedono alle autorità russe di identificare e consegnare alla giustizia il  mandante dell'assassinio. "Il caso è ancora aperto" cita un altro dei cartelli, che si vede nel filmato, a cui ha partecipato anche Ilya Politkovsky. La Novaya Gazeta, che ha condotto anche un’inchiesta indipendente, sostiene che il nuovo capo delle indagini "non stia facendo nulla" per completare le ricerche.  L'ormai ex portavoce del Comitato investigativo russo, Vladimir Markin, nel suo libro "I crimini più noti del XXI secolo in Russia" ha scritto che l'ordine di uccidere la giornalista potrebbe essere arrivato da Londra, dall'oligarca e  nemico di Putin Boris Berezovsky, riparato in Gran Bretagna e  dove è stato trovato morto nel 2013 , in circostanze ancora  sospette. I familiari della Politkovskya e i suoi

colleghi non ritengono plausibile questa versione. Il dito rimane puntato sul leader ceceno Ramzan Kadyrov, fortemente criticato da Ania per i suoi metodi violenti e autoritari; la  reporter prima di morire stava preparando un articolo sull'uso sistematico della tortura in Cecenia e non ha mai risparmiato dirette critiche anche a Vladimir Putin: “Putin – diceva - ha ricevuto in modo accidentale un enorme potere nelle sue mani, lo ha amministrato con conseguenza catastrofiche per la Russia. Non mi pace, perché a lui non piacciono le persone. Non ci sopporta. Crede che noi siamo solo degli strumenti per raggiungere i suoi obiettivi di potere personale”.

Il ricordo forse più bello della giornalista è quello scritto sulle colonne del Guardian da Lana Estemirova, figlia di Natalia Estimirova, l’attivista della Ong Memorial in Caucaso, rapita e trovata morta in Inguscezia, nel 2009. Le due donne erano molto amiche. Lana racconta di aver sognato di fare la giornalista proprio seguendo l’esempio della Politkovskaya. “La forza trainante di Anna era la compassione, il suo superpotere. - ha scritto Lana - La compassione le ha fatto trascorrere ore al freddo gelido, portando acqua agli ostaggi della Dubrovka. La compassione era la ragione per cui Anna è salita sul primo aereo per Beslan per seguire il  sequestro della scuola. Era fiera, caparbia e forte. È stata inarrestabile fino alla fine”.

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