14/10/2005, 00.00
IRAQ
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Come si voterà per la nuova Costituzione irakena (Scheda)

Secondo i dati della Commissione elettorale irakena, che organizza il referendum del 15 ottobre, gli elettori registrati sono 15,5 milioni, su 27 milioni di abitanti. Il numero è superiore a quello delle elezioni del gennaio scorso – le prime del dopo Saddam - in cui i registrati furono 14,3 milioni. Il 30 gennaio l'affluenza fu di poco inferiore al 60% con circa 8,5 milioni di persone alle urne.

Le operazioni di voto inizieranno alle 7 di domani e si chiuderanno alle 17. Detenuti e malati in ospedale hanno già votato ieri. In totale i seggi allestiti sono 6.200.

Il coprifuoco, dalle 22 alle 6 del mattina, è iniziato ieri sera e durerà fino al 16 ottobre. Da oggi è vietata la circolazione di auto e motorini e il transito tra le province ai mezzi non autorizzati. Da ieri sera fino a lunedì sono chiusi i valichi di frontiera; sospesi per lo stesso periodo anche i voli commerciali all'aeroporto di Baghdad. I poliziotti e i soldati irakeni impegnati nella sicurezza saranno oltre 100 mila. Se necessario verranno coadiuvati da 160 mila soldati delle forze straniere, la maggior parte americani.

Gli osservatori stranieri saranno 500, tra loro anche membri della Lega araba e del National Democratic Institute statunitense. La Commissione elettorale conta di annunciare i primi risultati entro 5 giorni dal voto.

Se vinceranno i "sì" la costituzione verrà ratificata e non oltre il 15 dicembre si terranno le elezioni politiche per un parlamento con pieni poteri e un mandato di 4 anni. Secondo la Costituzione provvisoria, il nuovo governo dovrebbe insediarsi entro il 31 dicembre. Se vinceranno i "no", il parlamento verrebbe sciolto e entro il 15 dicembre bisognerà rieleggerne un altro; il parlamento provvisorio sarebbe incaricato di redigere la nuova Carta da sottoporre poi ad altro referendum ad ottobre 2006. Per essere approvata, la Costituzione ha bisogno della maggioranza semplice dei voti favorevoli; per respingerla sono necessari i due terzi dei voti sfavorevoli in almeno 3 delle 18 province. I sunniti, di cui una parte è contraria alla Costituzione, rappresentano la maggioranza in 3 province.
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