06/11/2020, 08.54
ARABIA SAUDITA - ONU
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Comitato Onu a re Salman: liberate l’attivista saudita Loujain al-Hathloul

La 31enne è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute sono in progressivo peggioramento. In cella avrebbe subito abusi e maltrattamenti, frustate ed elettroshock. Le autorità negano contatti regolari con la famiglia. La richiesta di rilascio in vista della Giornata internazionale dei difensori dei diritti umani delle donne.

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Un comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle donne lancia l’allarme per il progressivo peggioramento delle condizioni di salute dell’attivista saudita Loujain al-Hathloul, in sciopero della fame per protesta contro le condizioni carcerarie. La 31enne, in prima fila nella lotta dell’universo rosa per il diritto alla guida nel regno wahhabita, ha iniziato a rifiutare il cibo il mese scorso, denunciando le restrizioni e gli abusi cui è oggetto in cella. 

Rilanciando il suo caso, il comitato Onu si rivolge in modo diretto a re Salman invocandone il rilascio immediato.

Loujain al-Hathloul si è battuta in prima persona nella campagna ed è stata arrestata prima della cancellazione del bando, avvenuta nel giugno 2018. Le autorità saudite l’hanno incriminata per violazione delle norme inerenti la sicurezza nazionale, nel contesto di una più ampia operazione volta a reprimere i movimenti attivisti, soprattutto quelli femminili. 

Secondo quanto raccontano i parenti, la donna è stata in regime di isolamento per tre mesi in seguito all’arresto ed è stata oggetto di elettroshock, frustate e abusi a sfondo sessuale. I suoi carcerieri le avrebbero offerto la possibilità di uscire di prigione, nel caso in cui avesse dichiarato di non aver subito torture in cella. 

Il governo saudita respinge le accuse, negando di averla torturata. Fra i capi di imputazione ascritti in fase di processo vi è l’aver chiesto la fine della tutela maschile, aver contattato organizzazioni internazionali e diplomatici Onu e stranieri. Pur restando in carcere, finora i giudici non hanno emesso una sentenza di condanna. 

Il 26 ottobre Loujain al-Hathloul ha iniziato lo sciopero della fame per le restrizioni subite, fra cui il divieto di poter comunicare in modo regolare con la famiglia. “Non può sopravvivere in prigione - afferma la sorella alla Bbc - senza sapere cosa ne sarà del suo domani. “Non sa - prosegue Lina - quando potrà ricevere la prossima visita… se domani o fra un anno. Dice risoluta: preferisco morire, se non ho idea di quanto posso rivedere i miei genitori in modo regolare”. 

Il Comitato Onu sull’eliminazione delle discriminazioni contro le donne (Cedaw), composto da 23 esperti indipendenti da tutto il mondo, afferma in una nota che vi è “grande preoccupazione attorno alle condizioni di salute e sul benessere fisico e mentale di Hathloul”. Da qui l’invito alle autorità saudite “a proteggere i suoi diritti alla vita, alla salute, alla libertà e la sicurezza delle persone, in ogni frangente e circostanza, rispettando al contempo le sue libertà di coscienza ed espressione, incluso lo sciopero della fame”. Infine, il comitato si è appellato al monarca Salman perché utilizzi i suoi poteri e le prerogative reali per garantire il rilascio di Loujain al-Hathloul in vista della Giornata internazionale dei difensori dei diritti umani delle donne. 

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