04/05/2009, 00.00
INDIA
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Commissione Usa per la libertà religiosa presto in visita in Orissa e Gujarat

di Nirmala Carvalho
Il segretario della conferenza episcopale indiana auspica che la visita contribuisca ad “accelerare il cammino della giustizia per i cristiani del Kandhamal”. “La Chiesa non cerca vendetta”, ma la pace e la riconciliazione.
Mumbai (AsiaNews) - La Commissione per la libertà religiosa degli Stati Uniti annuncia la visita in India di una sua delegazione per il prossimo mese. In occasione della presentazione del Rapporto annuale sulla situazione della libertà religiosa nel mondo, l’organismo, ha spiegato al centro della visita ci saranno le violenze due Stati in particolare: l’Orissa, teatro delle violenze contro i cristiani, e il Gujarat, che nel 2002 ha registrato lo scontro tra le locali comunità indù e musulmana causando la morte di oltre mille fedeli islamici.
 
Mons. Stanislaus Fernandes, Segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), interpellato da AsiaNews, commenta l’annuncio del prossimo viaggio della delegazione Usa affermando che “chiunque si impegni per proteggere i diritti umani e le libertà religiosa è benvenuto”.
 
“Noi speriamo - afferma mons. Fernandes - che la visita della Commissione aiuti i vari gruppi per i diritti umani, gli attivisti sociali e la Chiesa indiana per accelerare il cammino della giustizia per i cristiani del Kandhamal e le vittime delle violenze scioviniste nel Paese”.
 
Le violenze nell’Orissa e la condizione dei profughi, che ancora oggi non sono tornati nei loro villaggi, restano una viva preoccupazione per la Cbci, ma mons. Fernandes afferma che “la Chiesa indiana ha fiducia e speranza nella giustizia del Paese”. A confermare questa aspettativa il vescovo cita la recente decisione della Corte suprema che ha istituito un’apposita commissione per trovare le responsabilità della violenze ai danni della comunità musulmana del Gujarat. “ Ci auguriamo che la Corte possa intervenire anche in altri casi, come quello del Kandhamal, - afferma il segretario della Cbci - a patto che la burocrazia e le amministrazioni non facciano apposizione”.
 
Ad oggi il governo dell’Orissa non ha ancora distribuito i promessi indennizzi a tutti i cristiani del Kandhamal, la provincia più colpita dalle violenze indù dello scorso agosto. Registrando questa grave carenza delle istituzioni locali, Sajan George, presidente del Global Council of India Christians (Gcic), spiega che “solo 16 famiglie hanno ricevuto risarcimenti [300mila rupie equivalenti a poco più di 4500 euro, ndr], mentre lo stesso compenso non è stato esteso alle altre famiglie”. Un tenue segnale di speranza viene dalla National Human Rights Commission (Nhrc) che ha dimostrato attenzione verso la condizione delle migliaia di cristiani che hanno perso la casa e vivono ancora da sfollati. Ad essa il Gcic ha inviato la richiesta per farsi parte attiva nel processo di risarcimento così lento.
 
“La Chiesa non cerca vendetta - afferma mons. Fernandes -, come cristiani siamo indulgenti e cerchiamo la pace. La Chiesa desidera la giustizia, che è essenziale per la pace, e la riconciliazione, che è il fondamento su cui costruire il processo di una pace duratura e la convivenza stabile tra le comunità”.
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