26/05/2012, 00.00
KAZAKISTAN
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Con prove inventate, le autorità kazake condannano un cristiano battista

Vasily Stakhnev dovrà pagare una forte multa per aver “distribuito illegalmente” materiale religioso. Egli ha già annunciato il ricorso in appello contro la sentenza. I battisti bersaglio delle autorità perché rifiutano la registrazione. In pochi mesi la legge sulle religioni ha portato alla cancellazione di circa 600 fra chiese e confessioni.

Astana (AsiaNews/Agenzie) - Con una serie di accuse pretestuose e presunte prove montate ad arte, le autorità kazake hanno incriminato e condannato un cristiano protestante per distribuzione illegale di materiale religioso. Vasily Stakhnev, fedele battista, avrebbe violato la legge sulla libertà religiosa, voluta con forza dal presidente Nursultan Nazarbayev e approvata il 21 ottobre scorso; in pochi mesi la normativa ha sollevato feroci polemiche e determinato la cancellazione di quasi 600 fra chiese e confessioni religiose (cfr. AsiaNews 23/02/2012 Il governo kazako mette fuorilegge 579 fra chiese, comunità e confessioni religiose).

Le attività religiose non registrate e regolamentate dallo Stato sono rigorosamente vietate in Kazakistan; proibita al contempo, secondo la legge approvata dal governo di Astana, la distribuzione di letteratura e materiale a sfondo confessionale che non abbia ricevuto la - previa - autorizzazione da parte della censura. In base a questa norma, le autorità hanno compiuto una serie di raid punitivi ai danni di fedeli di confessioni religiose diverse, fra cui Testimoni di Geova, cristiani e Hare Krishna (cfr. AsiaNews 03/05/2012 Le autorità kazake contro Testimoni di Geova, cristiani e Hare Krishna).

In particolare, i membri della Chiesa battista sono un bersaglio facile per la censura di regime visto rifiutano - in linea di principio - la registrazione governativa per la pratica del culto. Fonti locali riferite da Forum 18 raccontano che lo scorso febbraio agenti della sicurezza hanno fatto irruzione nella casa di Vasily Stakhnev e due altri fedeli a Serebryansk, nella zona orientale del Kazakistan, sequestrando liberi e altro materiale cristiano dagli appartamenti dei tre indagati. Dietro pressione della polizia, inoltre, i vicini avrebbero firmato un documento in cui denunciano che l'uomo ha "lasciato materiale cristiano sulle maniglie o infilato sotto le porte degli appartamenti".

Stakhnev afferma con forza la propria innocenza, ammettendo di possedere materiale cristiano, ma di non averlo mai distribuito a terzi. Tuttavia, il 27 aprile scorso il giudice lo ha incriminato e condannato per "attività missionaria" di un culto che "non dispone delle registrazioni previste dalla legge". Egli dovrà pagare una multa superiore ai mille dollari; una somma ben superiore ai magri guadagni che percepisce col proprio lavoro e contro la quale ha annunciato un ricorso.

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