02/02/2012, 00.00
IRAQ
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Condanna a morte per gli autori della strage contro i cristiani di Baghdad (2010)

La sentenza è stata confermata dalla Corte d’appello. I tre sono fra i circa 15 terroristi che assaltarono la chiesa siro – cattolica di Nostra Signora del Perpetuo soccorso il 31 ottobre 2010. Per la la strage ci furono 57 morti e oltre 70 feriti.
Baghdad (AsiaNews/ Agenzie) – La Corte di appello irakena ha confermato la condanna a morte per tre dei circa 15 terroristi responsabili della strage di cristiani avvenuta il 31 ottobre 2010 nella chiesa siro-cattolica Nostra Signora del Perpetuo soccorso a Baghdad, costata 57 morti e oltre 70 feriti. Lo ha affermato oggi Abdul Sattar al Birqdar, portavoce della Corte. Egli ha sottolineato che la sentenza è definitiva. Per l’esecuzione bisognerà attendere la presentazione di un decreto del ministero di Giustizia che dovrà essere firmato dal presidente. I tre attentatori sono tutti di nazionalità irakena. La sentenza di primo grado era stata emessa il 2 agosto 2011.

L’attacco contro la chiesa di Nostra Signora del Perpetuo soccorso è stato uno dei più cruenti dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003. Esso è stato pianificato da un gruppo di giovani terroristi legati ad al Qaeda, che la mattina del 31 ottobre 2010 hanno assaltato la chiesa durante la messa domenicale sequestrando le centinaia di fedeli presenti alla funzione. A dare il via alla strage di ostaggi è stato il blitz delle forze dell’ordine. Per evitare l’arresto i terroristi si sono fatti saltare in aria tentando di uccidere più persone possibili. Alcuni prima di attivare la cintura esplosiva hanno sparato a bruciapelo a bambini e neonati. Fra i 57 morti anche i due sacerdoti che officiavano la messa.

Prima del 2003, anno della caduta di Saddam Hussein e inizio dell’occupazione statunitense, i cristiani irakeni erano circa 1,5 milioni. A tutt’oggi il loro numero è di circa 500mila, ciò a causa dell’insicurezza e dei continui attentati degli estremisti islamici contro chiese e persone.

Fonti di AsiaNews, affermano che nel Paese è in atto un piano per la frammentazione definitiva dei suoi 27 milioni di abitanti secondo una logica confessionale. Essa sancirà la partizione della nazione in zone sciite (la maggioranza con il 61% del totale) e sunnite (il 34%, di cui il 17% appartenente alla minoranza curda) e potrebbe causare al contempo la definitiva sparizione delle minoranze cristiana e yazida (il 4%).
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