14/04/2020, 08.54
IRAN - USA
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Consiglio mondiale delle Chiese a Trump: nell’emergenza Covid-19 cancellare le sanzioni all’Iran

In una lettera alla Casa Bianca i vertici Cmc definiscono “illegali e disumane” le misure punitive imposte da Washington alla Repubblica islamica. Il virus è un “nemico comune” e richiede un grado “senza precedenti” di solidarietà e cooperazione. In Iran riaprono alcune attività, parziale allentamento delle misure restrittive. 

Teheran (AsiaNews) - In un contesto di crescente emergenza causata dalla pandemia di Covid-19, il Consiglio mondiale delle Chiese (Cmc) ha inviato un appello al presidente Usa Donald Trump, chiedendo la cessazione delle sanzioni “illegali e disumane” contro l’Iran. La lettera è stata inviata nei giorni precedenti la Pasqua, mentre la Repubblica islamica si conferma la nazione del Medio oriente più colpita dal nuovo coronavirus: i dati aggiornati parlano di oltre 73.300 casi accertati, poco più di 4.500 vittime e oltre 30mila guariti.

Nella missiva indirizzata al capo della Casa Bianca, l’organizzazione ecumenica che raccoglie 349 denominazioni cristiane nel mondo sottolinea che “il nuovo coronavirus è un nemico comune dell’umanità in ogni luogo”. Una risposta alla pandemia richiede “un grado senza precedenti di solidarietà e cooperazione, una cura speciale per i più vulnerabili e un’azione rapida per mitigare condizioni che creano ulteriore vulnerabilità”. 

Per i leader religiosi è fonte di grave preoccupazione “l’impatto” sulla popolazione iraniana delle misure punitive imposte dagli Stati Uniti. La risposta delle autorità sanitarie della Repubblica islamica, proseguono i leader cristiani, “è stata impedita in modo grave da uno stretto regime di sanzioni imposto da una nazione in modo unilaterale” dal maggio 2019 e che ha determinato “un blocco economico totale”. 

“Ora non è il momento - conclude la nota del Cmc - di perseguire i giochi e le tattiche di una politica che appartiene a un mondo prima del Covid-19”. Al contrario, questo è “il momento della solidarietà e della cooperazione nel controllo della diffusione del virus, nella protezione dei più vulnerabili e nella sconfitta di questo nemico comune”.

Di recente si sono ripetuti gli appelli al governo Usa per allentare la politica di scontro frontale a colpi di sanzioni verso l’Iran, causa di blocchi e restrizioni nell’invio di medicine e beni di prima necessità. Per arginare le sanzioni, tre nazioni europee hanno utilizzato per la prima volta il sistema Instex nell’invio di aiuti. Ed è dei giorni scorsi la notizia dell’invio di materiale sanitario negli Stati Uniti, anch’essi travolti dalla pandemia, da parte di gruppi di studenti iraniani.

Ieri, intanto, il governo di Teheran ha rimosso il bando agli spostamenti fra città di una stessa provincia, mentre le restrizioni ai viaggi fra province diverse finiranno il 20 aprile. La tv di Stato ha mostrato strade affollate, bus e metropolitane gremite in diverse città giudicate a basso rischio. Aperti molti negozi e attività commerciali, con l’eccezione di Teheran dove le attività ripartiranno dal 18 del mese. Alcuni esperti non nascondono il pericolo di una seconda ondata di contagi, ma per il governo resta prioritario far ripartire l’economia; tuttavia, i servizi ad alto rischio fra cui teatri, piscine, saune, saloni di bellezza, scuole, centri commerciali e ristoranti restano chiusi. 

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