07/03/2008, 00.00
INDIA
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Contadini cacciati per costuire l’auto più economica del mondo

Nel Bengala occidentale espropriati 400 ettari di terra agricola, per fare un impianto che realizzerà l’automobile Nano. Molti rurali non vogliono cedere terra e casa, ma il governo va avanti. Ora annunciano azioni giudiziarie e proteste pubbliche.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Promettono azioni giudiziali e blocchi stradali i contadini cacciati per il nuovo impianto della Tata Motors in costruzione a Singur (Bengala occidentale). Il complesso sorgerà su 400 ettari di terra agricola e la Tata prevede di produrre, a partire da ottobre, 250mila automobili “Nano” l’anno. La Nano, presentata a gennaio come l’auto più economica del mondo (costo: 2.500 dollari), è già un simbolo dell’emergente industria indiana, come pure del crescente benessere della classe media. La Tata promette che qui creerà 10mila posti di lavoro e porterà prosperità a tutta la regione.

Ma da un anno molti contadini espropriati protestano, seppure con il passare dei mesi resistere è sempre più difficile, senza terra né altro sostentamento. Molti vivono grazie all’aiuto di conoscenti. Almeno 4 si sono suicidati. Ma i proprietari di 136 ettari non cedono, dicono che l’indennizzo non può compensare la perdita della casa e della terra, unica loro fonte di sostegno.

“E’ una battaglia di nervi – spiega Prosenjit Das, uno dei leader della protesta – loro si chiedono quanto a lungo possiamo resistere”. I contadini intendono fare proteste e azioni giudiziarie per impedire alla fabbrica di lavorare: progettano blocchi stradali e una continua pubblicità negativa.

Il governo vuole favorire queste Zone economiche speciali (Sez), concesse alle grandi ditte a basso prezzo e con esenzioni fiscali. Ma i terreni che interessano alle industrie sono pochi e in genere coltivati: Singur si trova vicino all’autostrada e ad appena un’ora di auto dalla capitale Kolkata.

Nel 2009 ci saranno le elezioni politiche generali e il governo comunista del Bengala occidentale già è stato al centro di grandi polemiche, nel 2007, per la Sez autorizzata a Nandigram: allora i contadini furono cacciati con la forza, con morti e feriti e una rivolta durata mesi.

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