14/12/2006, 00.00
LAOS - THAILANDIA
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Continua la “guerra” del popolo Hmong, 30 anni dopo la pace

Ieri oltre 400 Hmong si sono arresi all’esercito laotiano, dopo avere proseguito la guerra nascosti nella foresta dal 1975. Il dramma di un gruppo dimenticato da tutti e che Vientiane considera “banditi”. La Thailandia pronta a rimandare indietro centinaia di rifugiati Hmong.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – Oltre 400 membri dell'etnia Hmong si sono “arresi” ieri in Laos, dopo avere proseguito per più di 30 anni una guerra già finita. Intanto la Thailandia vuole rimpatriare 152 rifugiati della stessa etnia .

 

Il comandante del gruppo ha accompagnato 405 persone (tra cui molti bambini) al villaggio di Ban Ha, nella centrale provincia di Xieng Khouang; poi è tornato nella foresta con pochi compagni. La notizia proviene dalla statunitense Fact Finding Commission, che è in contatto con molti gruppi Hmong tramite il telefono satellitare. Il capo villaggio ha servito loro un pasto di riso e maiale. Soldati dell’esercito li hanno poi presi in consegna, ma si ignora dove siano stati condotti.

 

Nel Laos decine di migliaia di Hmong durante la guerra civile ( 1969-1975) si sono schierati con il governo filo statunitense, che nel 1975 è stato sconfitto dai comunisti del Pathet Lao. Dopo la pace circa 300mila laotiani (soprattutto Hmong) sono emigrati, ma migliaia di loro sono fuggiti nelle foreste, per timore di ritorsioni o perché non hanno accettato la pace, e da allora si battono contro l’esercito di Vientiane. Sempre più isolati e provati dalla fame, molti di loro cercano di fuggire in Thailandia. Amnesty International ha più volte accusato il governo laotiano di gravi violazioni dei diritti umani contro i Hmong. Ma Vientiane nega qualsiasi violazione di diritti e li considera solo “banditi”.

 

Secondo la Fact Finding Commission un gruppo di 170 persone si è arreso nel giugno 2005, ma non è stato permesso a diplomatici stranieri e ong umanitarie di incontrarli. Molti sarebbero fuggiti in Thailandia per le misere condizioni di vita in cui sono stati tenuti. Ma la Thailandia non li vuole.

 

In questi giorni Bangkok vuole rimandare in Laos con la forza 152 Hmong: ad almeno 104 l’Alto Commissario per i rifugiati dell’Onu ha riconosciuto lo status di rifugiati e per gli altri è in corso l’iter. Ci sono 77 bambini e 8 neonati. Tutti dicono di essere fuggiti per timore di persecuzioni da parte delle autorità del Laos che li sospettano di sostenere i gruppi di guerriglieri Hmong.

 

Sono stati arrestati il 17 novembre dopo che erano fuggiti dal ricovero di Ban Huay Nam Khao nella provincia di Phetchabun e sono stati portati al Centro detentivo per l’immigrazione di Bangkok. Il 7 dicembre sono stati trasferiti a un centro di detenzione nella provincia di Nong Khai, vicino al confine con il Laos. Secondo Human Rights Watch, Bangkok è pronta a deportarli e attende solo la conferma dal Laos sulla loro nazionalità.

 

Brad Adams, direttore per l’Asia di Hrw, osserva che “la Thailandia non deve rimpatriare con la forza i Hmong che potrebbero subire persecuzioni nel Laos”.

Già nel dicembre 2005 l’allora premier Thaksin Shinawatra ha rimpatriato con la forza 27 Hmong richiedenti asilo, soprattutto bambini separati dai genitori. Lo scorso 15 novembre l’attuale premier thai Surayud ha pure deportato 53 rifugiati Hmong. DI tutti si ignora la sorte, poiché alle ong per i diritti umani non è permesso incontrarli. Secondo notizie ufficiali i rimpatriati sono ora sottoposti a “rieducazione” e Hrw teme che nei campi di rieducazione avvengano maltrattamenti e detenzioni arbitrarie. (PB)

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