18/06/2019, 08.51
MEDIO ORIENTE - USA - CINA
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Contro la ‘minaccia’ iraniana Washington invia altre mille soldati in Medio oriente

Gli Stati Uniti rafforzano la presenza militare nella regione. Il ministro Usa della Difesa parla di “informazioni credibili e attendibili” in merito a un “comportamento ostile” di Teheran. Pechino chiede moderazione: state scoperchiando “un vaso di Pandora”. L’Iran è pronta a superare il limite delle riserve di uranio. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Gli Stati Uniti invieranno un migliaio di truppe che si andranno a sommare a quelle di stanza già in Medio oriente, nel contesto di una crescente tensione fra Washington e Teheran che rischia sempre più di sfociare in conflitto aperto. Ad annunciare il provvedimento è l’attuale segretario Usa alla Difesa Patrick Shanahan, secondo cui i militari svolgeranno compiti di difesa. 

L’attacco alle petroliere della scorsa settimana nel Golfo dell’Oman hanno innescato una escalation fra Stati Uniti e Iran, che preoccupa le cancellerie internazionali. All’origine dello scontro, la decisione del presidente Usa Donald Trump nel maggio 2018 di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa), introducendo le più dure sanzioni della storia. Nel mirino di Washington, che ha rafforzato la presenza militare nell’area, le esportazioni di petrolio della Repubblica islamica.

“I recenti attacchi iraniani - ha sottolineato Shanahan in una nota - alimentano le credibili e attendibili informazioni di intelligence che abbiamo ricevuto, in merito al comportamento ostile delle forze iraniane e dei loro gruppi alleati, che minacciano il personale e gli interessi degli Stati Uniti nella regione”. 

Il nuovo stanziamento disposto dalla Difesa americana in Medio oriente si va ad aggiungere all’aumento di 1500 uomini già annunciato il mese scorso. 

L’escalation della tensione preoccupa la Cina, che questa mattina ha lanciato un appello a Stati Uniti e Iran invitando entrambi i fronti alla moderazione. “Noi ci rivolgiamo a tutte le parti in causa - ha dichiarato il ministro degli Esteri Wang Yi - a mantenere il sangue freddo […] e a non scoperchiare un vaso di Pandora”. Rivolgendosi ai leader della Repubblica islamica, il ministro ha inviato i governanti a usare cautela e a non rinunciare “alla leggera” all’accordo nucleare. 

Proprio ieri Teheran ha annunciato l’intenzione di superare - entro i prossimi 10 giorni - il limite delle riserve di uranio a basso arricchimento, consentito dal Jcpoa. A riferirlo è il portavoce dell’Agenzia iraniana per l’energia atomica Behrouz Kamalvandi durante una visita con la stampa al reattore ad acqua pesante di Arak. 

“Abbiamo quadruplicato il ritmo di arricchimento - ha sottolineato il responsabile - e accelerato ancora di più. In 10 giorni supereremo il limite consentito di 300 kg […] ma c’è ancora tempo e se le nazioni europee agiscono”. La data fissata è il 27 giugno e non è escluso che l’Iran potrebbe tornare ad arricchire il proprio uranio fino al 20% “in base alle esigenze del Paese”. 

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